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Sciopero della fame di Rita Bernardini, segretario nazionale dei Radicali e candidata (riammessa grazie alla sentenza favorevole del Tar) a ricoprire l'incarico, gratuito, di Garante dei detenuti. La Bernardini ha annunciato l'iniziativa non violenta a Teramo, nel corso dell'incontro organizzato da Amnistia, Giustizia e Libertà Abruzzi, cui hanno partecipato anche il segretario, l'avvocato Vincenzo Di Nanna, e Riccardo Chiavaroli (FI). Lo sciopero inizierà dalla mezzanotte di oggi. “Non era affatto scontato che oggi potessimo presentare Rita Bernardini come candidata a Garante dei Detenuti, perché era stata illegittimamente esclusa con un provvedimento amministrativo dal contenuto politico”, ha ribadito Vincenzo Di Nanna. “Si tratta di una candidatura che ha ricevuto l'appoggio di tutte le forze politiche esistenti. Anche il vicepresidente della Camera Luigi Di Maio (M5S) ha dichiarato il suo appoggio; Forza Italia, tramite l'ex ministro Brunetta; il Nuovo Centrodestra, tra le prime dichiarazioni, con l'on. Paolo Tancredi; per arrivare fino a Rifondazione Comunista. Un garante che è una vera garanzia, e lo dimostra il consenso così ampio ricevuto”. Di Nanna ha poi ringraziato gli uffici della Regione che, escludendo la candidata, “hanno rafforzato la candidatura, rendendola ancora più legittima”. “E' un prestigio e un vantaggio per l'Abruzzo”, ha dichiarato Riccardo Chiavaroli, che con Maurizio Acerbo (PRC) è stato promotore della legge regionale istituente la figura del Garante dei Detenuti. “Noi amiamo dire, parafrasando Marco Pannella, che ciascuno è la sua storia: la storia di Rita Bernardini, la sua vita, il suo impegno nella giustizia in generale e di conseguenza nel mondo delle carceri credo sia incontestabile. Ribadisco questo concetto: la disponibilità di Rita Bernardini è un'opportunità per tutti, e sarebbe limitativo indicare Rita Bernardini come appartenente allo schieramento di maggioranza o di opposizione; non è così: la sua candidatura potrà unire l'istituzione e il consiglio regionale, perché come ha detto Di Nanna lei è già Garante dei Detenuti di fatto davanti all'opinione pubblica italiana”.“Se pensiamo alle carceri, l'Italia ha avuto una grande ferita, perché nel 2013 è stata condannata (anche in base ai circa 400 ricorsi presentati dai Radicali) per trattamenti inumani e degradanti nelle nostre carceri”, ha spiegato Rita Bernardini. “Per un paese democratico è una grande vergogna. Noi siamo condannati da più di trent'anni per l'irragionevole durata dei processi. Questa nostra lotta ha generato un documento straordinario, quel messaggio che il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha voluto mandare alle Camere. In alcuni punti, fa venire i brividi rispetto alle violazioni di cui il nostro paese costantemente si macchia. Verrò volentieri in Abruzzo se sarò eletta Garante, e credo che dall'Abruzzo – anche per alcuni momenti d'intesa che abbiamo con esponenti politici e col presidente D'Alfonso – può partire un esempio per tutta l'Italia. Io ho girato quasi tutte le carceri italiane, che sono più di 200. In tutti gli istituti quel che i detenuti dicono è: qui non funziona la magistratura di sorveglianza, perché presentano le istanze e non ricevono risposte”.“Gli organici della magistratura di sorveglianza sono insufficienti. Qui in Abruzzo ci sono oltre 1700 detenuti, 8 istituti penitenziari, i magistrati previsti sono 5, compreso il presidente, che però è un posto vacante: il presidente del tribunale de L'Aquila non c'è”, ha proseguito. “Sono 4 giudici di sorveglianza che devono seguire 1700 detenuti: sapete quante istanze presentano i detenuti? Un giudice dovrebbe seguirne, in base all'ordinamento, 250: qui ne hanno ciascuno 420. Quindi non vengono seguiti come dovrebbero esserlo. Su 1600 assistenti sociali ce ne sono in esercizio 900: stiamo parlando di deficit che devono essere assolutamente colmati. Per questo inizierò da mezzanotte uno sciopero della fame di dialogo nei confronti del ministro della Giustizia affinché venga affrontato questo problema: lo inizio per tutta Italia, ma mi piace farlo qui, dall'Abruzzo”. L'on. Bernardini ha poi rivendicato le azioni di disobbedienza civile per la legalizzazione della cannabis, sulla base delle quali la sua candidatura, poi reintegrata dal TAR, era stata illegittimamente esclusa: “La legge Turco consente accesso ai farmaci cannabinoidi per i malati, ma neanche allo stadio terminale questi ricevono il farmaco, anche qui in Abruzzo. Quanto al discorso della legalizzazione, come Radicali la proponiamo dal 1975: quest'anno abbiamo avuto la Direzione Nazionale Antimafia che si è espressa a favore della legalizzazione. Avrò pure violato la legge, però ho indicato una strada di legge che se fosse stata intrapresa venticinque anni fa avrebbe ridotto non poco il lucro che fa grazie al proibizionismo la criminalità organizzata”, ha concluso Rita Bernardini.

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