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E' stato rinviato al 4 marzo il processo sul crac Tercas, apertosi oggi al Tribunale di Roma e che vede imputati 14 persone, tra cui l'ex direttore generale Antonio Di Matteo, l'ex presidente Lino Nisii, l'avvocato Samorì. Il processo ha visto la costituzione di parte civile di trenta ex azionisti (rivoltisi a Federconsumatori) e della Fondazione Pescara-Abruzzo, azionista dell'Istituto di credito di corso San Giorgio. Erano già ammesse le costituzione di parte civile della stessa Tercas, la Banca d’Italia, la Fondazione Tercas, la Bper (l’unica banca che chiede il risarcimento della sua parte nel Fondo interbancario per la tutela dei depositi, intervenuto massicciamente per il salvataggio) e la curatela fallimentare della Dimafin, la holding del gruppo del costruttore Raffaele Di Mario (imputato a sua volta nel processo), una delle aziende coinvolte nel tracollo della banca. La prima udienza filtro è durata circa tre ore. Sulle richieste di costituzione di parte civile i legali dei 14 imputati si sono riservati alcuni rilievi, tutto rinviato comunque alla prossima udienza calendarizzata per il 4 marzo. Gli imputati devono rispondere di associazione per delinquere, bancarotta fraudolenta, riciclaggio, appropriazione indebita, ostacolo alle funzioni della vigilanza. L’imputato principale è l’ex direttore generale Antonio Di Matteo, ritenuto dagli inquirenti il principale responsabile della gestione del credito che ha portato ad accumulare oltre 600 milioni di perdite. L’altro imputato eccellente è l’ex presidente Lino Nisii, che però deve rispondere solo del reato di ostacolo alla vigilanza. WCENTER 0PESABAOBZ - per ar 4 foto 3