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Il consiglio d'amministrazione del consorzio “Piomba Fino” si attribuisce compensi per circa 50mila euro, a titolo di indennità e rimborsi per anni pregressi, con tanto di determina del direttore Franco Gerardini datata 23 dicembre 2015. Lo denuncia il gruppo consiliare del Partito Democratico di Atri, sollecitando la convocazione urgente dell'assemblea consortile. Per il PD i Comuni si accolleranno spese non dovute e di difficile recupero». Ma la replica del presidente del Consorzio, Alessandro Italiani, è tempestiva tanto quella del direttore Gerardini: entrambi richiamano l'assoluta legittimità della "riattivazione" delle indennità per i componenti del Cda (sospese nel 2013) in virtù della natura giuridica del Consorzio. "Siamo un ente pubblico economico, non una pubblica amministrazione da intendersi come un ente locale qualsiasi. Siamo, per legge, un'azienda speciale e per questo motivo non andava e non va applicato il famoso decreto Monti, poi convertito in legge", spiegano Gerardini e Italiani. Le indennità non andavano sospese, si è chiesto anche un parere legale "che ha confermato che al nostro Consorzio non va applicata quella norma", proseguono. E la decisione di riattivare le indennità (2014 e 2014 per un totale di 50mila euro lorde) è stata preceduta dall'ok dell'assemblea consortile con tutti e 8 i sindaci. Per ora si erogherà la quota di 16mila euro relative al 2014, visto che, spiega Gerardini, sul 2015, "si resta in attesa della corretta interpretazione della legge di Stabilità, circa l'eventualità di dover ridurre queste indennità del 30%". Ma, conclude Italiani, "si conferma ancora una volta che le indennità sono legittime". italiani consorzio piomba fino