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Costruito due volte, in due posti diversi distanti pochi metri. Pagato due volte, per un totale di quasi 3 milioni di soldi pubblici. Chiuso tutte e due le volte. Stiamo parlando del Centro Iperbarico di Sant'Atto. No, non quello che tutti associano alla fortunata esperienza dell'Anffas. Ma di quello che, nelle intenzioni iniziali dell'allora presidente della Provincia, Rocco Salini, nel 1984 doveva essere l'unico Centro per la medicina iperbarica con le uniche tre camere iperbariche di quel livello tecnologico. Qui arrivavano da ogni parte d'Italia e anche dall'estero. Funzionò soli tre anni e ne restò chiuso per oltre venti. Poi, col direttore generale della Asl di Teramo, Sabatino Casini, dal 2001, spuntarono fuori altri soldi pubblici (2 milioni e poco più) per costruire un nuovo padiglione, poco più sotto rispetto all'Anffas, e per comprare due nuove camere iperbariche che hanno funzionato solo due mesi, da dicembre a febbraio 2006. Peccato che le prime tre siano state dismesse nonostante potessero ancora funzionare...Di questo e molto altro vi racconteremo questa sera, alle 21, con la nostra inchiesta di Polis on The Road. Abbiamo scoperto che fine hanno fatto in realtà quelle tre camere iperbariche dell'avanguardia e costate tanti soldi nostri. Non solo. A distanza di anni, c'è chi indaga su una storia che, vista così, è una storia di spreco di denaro della collettività: la Corte dei Conti. E intanto, dal 2006 i pazienti che avrebbero bisogno di ossigenoterapia sono costretti a macinare km verso Larino, in Molise, o verso l'Umberto I a Roma. Per rimettere in funzione quelle due camere iperbariche basterebbe davvero poco... GUARDA IL NOSTRO SERVIZIO (CLICCA QUI) polis centro