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Sono ventotto gli avvisi di conclusione delle indagini notificati, in queste ore, dalla Guardia di Finanza di Teramo, quale esito dell'inchiesta sui "pronti contro termine" della Tercas. Nell'inchiesta, condotta dal sostituto procuratore Irene Scordamaglia, sarebbe stata ricostruita tutta la complessa operazione di vendita di prodotti finanziari, presentati come "a rendimento garantito" e "limitati ad un periodo di un anno"  che, in realtà, avrebbero celato ai clienti una vendita di azioni della Tercas. Azioni che poi, all'atto dell'avvio del commissariamento, si sarebbero rivelate incedibili, prima di venire azzerate, provocando negli acquirenti un danno che sfiora i tre milioni di euro.  Le accuse ipotizzate: concorso in truffa con l'aggravante della condotta con abuso di prestazione d'opera. A scatenare l'inchiesta le denunce presentate da una decina di clienti che, una volta scoperta la reale natura dell'investimento, hanno chiesto l'intervento della magistratura, anche per ottenere il risarcimento delle somme perdute. Gli avvisi di conclusione delle indagini sono stati notificati all'ex direttore generale Antonio Di Matteo e ai dipendenti: Lucio P. di Teramo, Alessio T. di Pescara, Piero L. di Giulianova, Franco M. di Teramo, Fabrizio Di B. di San Benedetto, Maria Gabriella C. di Teramo, Maria Lucia D.L. di Teramo, Silvana D. S. di Roseto, Rosanna A. di Teramo, Christian T. di Teramo, Carlo P. di Roseto, Giancarlo S. di Teramo , Franca M. di Sant'Omero, Marco N. di Nereto, Pietro S. di Teramo, Nicola C. di Teramo, Monica D.L. di Teramo, Elena M. di Teramo, Valentina A. di Teramo, Luca E. di Giulianova, Rosanna R. di Teramo , Maria Carmela V. di Teramo, Danilo R. di Teramo , Marinella P. di Pescara, Maria Luisa F.di Teramo , Lidia M. di Atri ed Enrico R. di Giulianova Giova precisare che si tratta di persone per le quali non esiste, allo stato, alcuna dichiarazione di colpevolezza. La chiusura delle indagini anticipa, nell'iter processuale, la richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione, sulla base della quale sarà il giudice ad esprimersi. Nella fase immediatamente successiva all'avvio dell'inchiesta, alcuni tra i dipendenti della Tercas riferirono di aver sì proposto i pronti contro termine, ma solo sulla base delle indicazioni ricevute dai vertici della Tercas, senza conoscerne la sottintesa vendita di azioni della Banca, poi commissariata e in seguito venduta I fatti risalgono al 2011.