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"Questo è un problema nazionale, perché si tratta di un'eccellenza nazionale" Si svolgerà il prossimo 16 marzo, alle 10, al Mise, il tavolo sulla crisi della Brioni. Più di mille persone hanno manifestato oggi a Pescara contro la decisione della holding francese Kering, annunciata nelle scorse settimane, circa l'esubero di 400 lavoratori della Brioni nei tre stabilimenti dell'area vestina, nel Pescarese. Presenti i sindaci di tutti i comuni coinvolti, con la fascia tricolore, i sindacati ed esponenti del mondo politico ed economico regionale. "Per dimensioni e qualità di questa azienda - ha aggiunto il vice presidente della Regione Abruzzo, Giovanni Lolli, questa è una questione che deve essere portata a livello del Governo del paese. Il rapporto non possiamo averlo solo con i dirigenti dello stabilimento ma dobbiamo averlo con la proprietà. E' con la Kering che vogliamo parlare e vogliamo sapere cosa intendono fare. Poi la Regione è disposta a mettere in campo tutti gli strumenti agevolativi, ma nei confronti di un piano industriale serio". Lolli ha anche affermato che "l'area Vestina, insieme alla Val Pescara, rientrerà nell'ambito della legge 181, relativa alle aree di crisi: uno strumento in più - ha concluso - nei confronti delle imprese che vogliono fare investimenti". Tra cori, fischietti, bandiere, striscioni e musica, i lavoratori hanno ripetuto a gran voce che "chiediamo solo di poter lavorare, nessun operaio deve essere cacciato e nessun lavoratore deve andare a casa, ricordando come "la Brioni è un'eccellenza mondiale". "La Brioni non deve morire - hanno intonato ripetutamente i manifestanti - dai ragazzi facciamoci sentire". Presenti, tra gli altri, i segretari della Filctem-Cgil, Domenico Ronca, della Femca-Cisl, Leonardo D'Addazio, e della Uil, Luca Piersante, che nei giorni scorso, in vista della manifestazione, avevano invitato alla mobilitazione. "All'azienda chiediamo un piano industriale - dicono i sindacalisti - perché si discute di esuberi discutendo di un piano industriale. Il territorio non può permettersi un solo licenziamento. Alla Regione chiediamo di assumere la gestione dell'emergenza". "Il settore tessile abruzzese - hanno aggiunto - non solo non può permettersi licenziamenti, ma ha bisogno di crescere. Ci sono competenze esclusive, stabilimenti già pronti all'uso e strutture dal basso impatto ambientale. Tutti elementi che devono contribuire al rilancio del settore". brioni