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Il Comune di Teramo vende le sue 2950 azioni a 50 euro ciascuna per un totale di 129.500 euro in tutto. E' il 49,71% delle quote del Mo.Te. Ma nessuno dei rimanenti Comuni soci del consorzio dei rifiuti è disposto ad accollarsi l'acquisto. O meglio, se si trattasse soltanto delle azioni con una somma tra i 7 e gli 8mila euro a Comune si risolverebbe il problema. Ma è la stima attuale di quelle azioni che spaventa i (piccoli) Comuni del Mo.Te che, nell'incontro di ieri, hanno chiesto ufficialmente all'amministratore unico Ermanno Ruscitti di procedere con una valutazione economica del capitale corrispondente alle azioni di Teramo. Di fatto, il Comune di Teramo non può lasciare il Mo.Te fino a quando non si sarà completato l'iter della vendita delle azioni. Intanto Ruscitti affiderà ad un perito la stima e poi riconvocherà i sindaci. Ma se nessun Comune oggi socio è in grado di comprare, come confermato nell'assemblea di ieri pomeriggio, chi comprerà quelle azioni? L'unica strada sarebbe l'ingresso di un altro ente pubblico. Tradotto, l'apertura del MoTe all'ingresso di altri Comuni. Sempre che non arrivi la costituzione dell'Agir, il gestore unico del ciclo dei rifiuti, che dovrebbe automaticamente assorbire (e cancellare) i soggetti consortili attuali. Insomma, tutto sospeso. Per adesso. MOTE