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L'unica certezza a Pietracamela è la data del voto: il 5 giugno. Ma per tutto il resto, è un caos. L'anno di commissariamento sotto l'egida della vice prefetto Silvana D'Agostino, di fatto, è il caso di dirlo, a nulla è servito se non ad acuire i problemi (cronici) di mancanza di sintesi in vista dell'appuntamento elettorale. Da una parte, c'è il Centrodestra con il suo candidato sindaco Michele Petraccia reduce dall'esperienza fallita al voto: niente quorum ed arrivò il Commissario. Nel 2015 Petraccia ottenne 139 voti validi, con 3 schede bianche e 2 nulle per un totale di 144 (il 37,11% dei votanti). La ricerca di un'intesa con le altre "anime" politiche del Comune petrarolo non è riuscita. E si stanno perdendo pezzi prima ancora di trovare un numero sufficiente di candidati per confezionare la lista. Ne servono 10 (più il candidato). Senza intesa, finirà che ci saranno più persone candidate che persone che si recheranno alle urne? Fatto sta che da una parte c'è Michele Petraccia. Dall'altra, il gruppo che fa capo a Paolo Di Furia e Corrado Bellisari (il primo è indicato per la candidatura a sindaco). Nel mezzo, una delle fuoriuscite della lista di Petraccia pronta a tentare la strada della terza lista, Emanuela Ripani. Sempre che non si trovi un accordo con Di Furia-Bellisari. Passa il tempo, ma nulla cambia a Pietracamela. E pensare che l'unica lista delle elezioni di un anno fa...si chiamava "Cambiamenti". pietracamela paolo di furia pietracamela MICHELE PETRACCIA