• MCDONALDS
×

Avviso

Non ci sono cétégorie
Cinque anni. Tanto è trascorso da quando una telefonata anonima segnalò la presenza del corpo martoriato di una donna nel bosco di Ripe di Civitella. Era il 18 aprile 2011 quando fu trovata priva di vita Melania Rea, la giovane mamma di Somma Vesuviana morta a soli 29 anni, dopo un pomeriggio trascorso con la figlia di appena un anno, la piccola Vittoria, e il marito Salvatore Parolisi, caporalmaggiore del 235esimo Reggimento Piceno. Secondo la Procura e i giudici di primo e secondo grado è stato Parolisi ad aver infierito sul corpo di Melania con 35 coltellate. Il travaglio giudiziario dell'ex caporalmaggiore inizia nel luglio dello stesso anno, quando viene arrestato e tradotto nel carcere teramano di Castrogno. Il 26 ottobre del 2012 arriva la prima condanna - pesantissima - all’ergastolo per l’omicidio della moglie. In appello la Corte d'assise di Perugia riduce la pena a 30 anni di reclusione. Il 10 febbraio 2015 la Suprema Corte stabilisce che il quantum vada ulteriormente rideterminato, escludendo l'aggravante della crudeltà. Da dietro le sbarre del carcere militare di Santa Maria Capua Vetere Parolisi continua a professare la propria innocenza. Chiede di poter incontrare sua figlia Vittoria mentre la difesa ha già depositato un ulteriore ricorso in Cassazione chiedendo l’annullamento della sentenza di appello o in alternativa il riconoscimento di alcune attenuanti. A fine giugno, toccherà ancora ai giudici scrivere  l'ennesimo capitolo del caso Rea. MELANIA