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"Grazie, prima di ogni altra cosa...Grazie alle Istituzioni e a chi, nella sala Aldo Moro, nel salutare il sindaco ha voluto salutare la città di Teramo...Grazie agli amici Radicali di cui ho saputo apprezzare il grande rispetto avuto nei nostri confronti...e grazie sopratutto a Marco. Lui oggi ha fatto un grande regalo alla sua città: anche oggi ha acceso i riflettori su Teramo, sulla sua Teramo" Inizia così e il silenzio si rompe in un caloroso abbraccio, il saluto del primo cittadino Maurizio Brucchi, nel giro di interventi che chiuderà la camera ardente e lascerá Marco Pannella percorrere l'ultimo viaggio verso Cartecchio. Quando Marco veniva a Teramo si sedeva sotto i portici di fumo e diceva:" Chiamatemi il sindaco" e io scendevo, ed era una reprimenda su tante cose". Il ricordo della consegna delle chiavi e della cittadinanza onoraria, a casa sua, a Roma:"Il suo viso si é rasserenato quando ha stretto tra le mani le chiavi di Teramo". Tante proposte, anche tra i cittadini accorsi nella camera ardente, per intitolare un luogo importante della città di Teramo a Marco Pannella:"Faremo in modo di farlo", ha concluso il sindaco. image Gli dà del tu, il sindaco dell'Aquila, Massimo Cialente, subito dopo. Ricorda il 1990, anno in cui Pannella diventa consigliere comunale a L'Aquila (una ex candidata della famosa lista La Genziana, oggi senatrice Stefania Pezzopane, annuisce e si commuove ascoltando Cialente, seduta accanto ad Emma Bonino): "Caro Marco, credimi, fu una stagione che ha segnato profondamente le nostre vite..." Cialente usa la metafora del ciclismo:"Ogni tanto c'é chi si infuga, stacca il gruppo e automaticamente lo trascina...Io credo che nella storia della Repubblica Marco ha fatto fare tanti scatti, traguardi della montagna...Ci ha portati lì, aiutandoci ad essere un po' più civili...Ciao Marco..." image La parola passa al presidente della Provincia di Teramo, Renzo Di Sabatino:"Caro Marco ci hai insegnato che la Politica é una cosa degna e che per cambiare le cose ci vuole coraggio. Ci hai fatto conoscere la parola "laico". Hai aperto una stagione di diritti sociali e civili, scuotendo anche i più lontani da te...Alleato politico impossibile per tanti quanto adorabile come persona per tanti...Hai combattuto per rendere l'Italia un paese più giusto. Non ti dimenticheremo..." image "Marco ha dedicato il suo tempo agli altri...ecco...se fossimo stati nel Medioevo, Marco sarebbe stato chiamato Santo": esordisce così il governatore della Regione Abruzzo, Luciano D'Alfonso. Ne ricorda la generosità e l'umanità. E quel senso di libertà che, con Radio Radicale, ha rivoluzionato anche il modo di "informare". D'Alfonso richiama il tema tanto caro a Pannella, quello della "Giustizia giusta", ponderata, proporzionale. "Marco oggi c'é, é qui con noi...direbbe che non se ne é mai andato...e  la sua eredità non osiamo imbalsamarla. Oggi qui c é il suo patrimonio immenso di valori e principi...", dice, tra gli applausi, l'avvocato Vincenzo Di Nanna, segretario di Amnistizia Giustizia e Libertà. "Marco é stato l'angelo degli invisibili", riferendosi ai tanti detenuti cui Pannella ha dedicato, insieme a Rita Bernardini, tempo e battaglie. Un maggio indimenticabile per Teramo e per Marco, prosegue. "Per noi, tutti, Radicali: Marco é stato un maestro...Marco ci ha insegnato a camminare, ci ha dato le gambe, ora spetta a noi continuare seguire i suoi passi. Noi, voi, tutti". Poi sono loro, Laura e Matteo, a salutare il "loro" Marco per l'ultima volta. "Marco era un incrocio, un bastardo...La decisione di portare le chiavi di Teramo nella clinica prima di morire é stata voluta fermamente da Marco, nonostante i dolori. L'ha presa e la stringeva a se. Proseguiremo insieme...anzi...together for ever...E conoscendolo, ora Marco vedendovi in piedi così tanto vi direbbe...vabbo ma mò allucatev" image     image   image