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Famiglie abruzzesi dovranno compartecipare tra il 40 e il 60% alle spese per l’assistenza sui servizi sociali. La soglia minima del reddito ISEE, fissata dal Piano Sociale Regionale, è di 5mila euro. “Una soglia troppo bassa e che di fatto esclude ampie fette di famiglie” torna a denunciare l’associazione Autismo Abruzzo onlus del presidente regionale Dario Verzulli. Insieme alla referente teramana, Chiara Ciminà, Verzulli spiega che “tutti gli utenti abruzzesi che utilizzeranno servizi sociali (assistenza domiciliare anziani e disabili, telesoccorso e teleassistenza, centri diurni per disabili, minori e aziani, residenze anziani, residenze disabili, servizi per la prima infanzia e spese di trasporto) con un reddito ISEE superiore a 5.000 euro saranno chiamati a compartecipare al servizio.  L'applicazione delle soglie di ISEE fissate dalla citata delibera n. 285/2016 chiamerà una famiglia media abruzzese a contribuire da un minimo del 40% con punte del 60%. Se poi sei “ricco” e superi la soglia di 36.000 euro la quota è totalmente a tuo carico. SOCIALENon siamo esperti, certamente i sindacati e i membri della “Cabina di Regia” avranno pesato tali oneri ma restano tutti silenziosi”. L’associazione si dice “spaventati” dalla delibera di giunta regionale “perché intaccherà pesantemente le risorse economiche delle famiglie con disabilità. Le famiglie con autismo sono chiamate fin dai primi anni di vita dei propri figli a combattere con l’inefficienza del sistema sanitario, l’inesistenza di strutture territoriali sanitarie idonee e adeguate alle norme nazionali, la totale assenza di servizi sociali specifici per le persone con tale disabilità. Ancora oggi centinaia di persone con autismo attendono di essere “presi in carico” cosi come imposto dalla Legge nazionale n. 134/2015 entrata in vigore nel settembre dello stesso anno. Tale legge vede nelle Linee Guida dell’Autismo dell’Istituto Superiore di Sanità gli interventi specifici da garantire per tutto l’arco di vita. Le promesse della regione e delle asl alla realizzazione di una rete diffusa di strutture idonee resta sulla carta costringendo di fatto migliaia di famiglie abruzzesi a sostenere direttamente costi sanitari di assistenza insostenibili nel tempo. Riteniamo la soglia di esenzione fissata al valore di ISEE di 5.000 euro troppo bassa (per la compartecipazione sanitaria la soglia di esenzione famigliare è di 30.000 euro) mentre l’utilizzo di scaglioni cosi ampi e con percentuali elevatissime danneggerà pesantemente le famiglie che oggi utilizzano servizi fondamentali per la vita quotidiana dei propri familiari”. A chiusura, una domanda è d’obbligo: ma che fine ha fatto il Centro per l’Autismo di Sant’Atto?