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img-20161030-wa0041Oltre 500 teramani hanno scelto, chi obbligato e chi no, di dormire al chiuso stanotte. Al chiuso ospiti delle strutture di accoglienza allestite dal Comune col supporto della Protezione Civile. La struttura risultata più attrezzata è stato il palazzetto dell’Acquaviva, con brandine, materassi, cuscini e coperte. Un presidio fisso di sorveglianza. La cena garantita con piatti serviti dalla Pap. Altri teramani hanno scelto di continuare a dormire, invece, in macchina in aree sempre pubbliche come nel caso del Camposcuola alla Gammarana. L’organizzazione per questa notte ci si augura possa migliorare, visto che stanotte, ad esempio, diverse persone sono state trasferite da Croce Rossa e Croce Bianca dalla tensostruttura di Villa Pavone e dal palazzetto di san Nicolò proprio all’Acquaviva perché qui era più riscaldato. Sono alloggiati qui anche disabili e persone allettate. Ma già alle 7.30 di oggi, tutti avevano momentaneamente lasciato il giaciglio. Chi ha dovuto, al contrario, far ritorno in casa sono state le 13 famiglie evacuate dalla palazzina alla Cona. Scortati da una squadra dei vigili del fuoco, uno ad uno, hanno potuto rientrare a prendere chi indumenti, chi effetti personali, chi medicinali e beni di prima necessità. Il nastro bianco rosso incornicia il palazzo, dichiarato completamente inagibile dai vigili del fuoco. Unici locali che non hanno subito danni, sono quelli commerciali al piano terra. Come nel caso dell’ambulatorio veterinario L’Arca. In Prefettura si è svolta una riunione operativa. Un’altra è stata convocata nelle prossime ore dal presidente della Provincia, Renzo Di Sabatino. I sindaci chiedono più brandine alla Protezione Civile regionale e intanto decine di sfollati sono stati già sistemati presso le strutture ricettive lungo la costa. Idem chiede il Movimento Cinque Stelle di Teramo, dopo aver ricevuto alcune segnalazioni di disagi da parte di chi ha dormito nel palazzetto di San Nicolò.