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schermata-2016-11-20-alle-05-56-09 schermata-2016-11-20-alle-05-56-19Assumerebbe sempre di più i contorni di un regolamento di conti, di un’esecuzione, l’omicidio di Demetrio Di Silvestre, il piastrellista 56enne di Tortoreto ucciso e il cui cadavere è stato ritrovato carbonizzato all’interno di un braciere sotto il monte Ascensione ad Ascoli Piceno. Gli inquirenti (l’inchiesta coordinata dal pm di Ascoli Piceno, Umberto Monti, e delegata ai carabinieri del Reparto Operativo del Comando provinciale di Ascoli) mantengono il più stretto riserbo sulle verifiche in corso. Quel che è certo è che, nelle scorse ore, sono state acquisite le immagini catturate dalle telecamere di videosorveglianza puntate sul parcheggio dell’ipermercato al confine tra Porto Sant’Elpidio e Civitanova Marche. E’ qui che è stata ritrovata, regolarmente parcheggiata e chiusa a chiave, la Bmw con cui Di Silvestre martedì mattina si è allontanato dalla propria abitazione in via Cattaneo a Tortoreto per un misterioso appuntamento (di lavoro?) con qualcuno a San Benedetto del Tronto. La moglie, una stimatissima maestra d’asilo, lo attendeva per pranzo ma il telefono di Demetrio non ha più dato segni di vita fino alle 16,30. Il gps sull’autovettura del 56enne tortoretano tracciano un percorso che potrebbe essere stato o quello dell’assassino, risceso da solo dall’Ascensione fino a quel parcheggio a Porto Sant’Elpidio (dopo aver ucciso o scaricato e dato alle fiamme il corpo di Di Silvestre) o quello fatto dallo stesso Demetrio il quale, una volta arrivato al parcheggio, potrebbe essersi incontrato con l’assassino ed essere salito a boro della sua auto. Dalle riprese del sistema di videosorveglianza si potrà ricostruire il tutto e scoprire se a scendere da quell’auto sia stato l’imprenditore poi ucciso o il suo assassino, atteso lì magari da un complice o andatosene poi a bordo di un’altra auto. I carabinieri hanno risentito la moglie di Demetrio (la coppia ha un figlio), la quale ha segnalato la scomparsa del marito già martedì sera non avendolo visto rientrare a casa (allarmatasi visto che Demetrio avvisava sempre in caso di un possibile ritardo e non sarebbe mai scomparso nel nulla così…) e poi è tornata la mattina di mercoledì, in caserma, per formalizzare la denuncia. In un primo momento il caso è stato trattato come un allontanamento volontario, salvo poi il ritrovamento dei resti carbonizzati ad Ascoli, le verifiche effettuate dai Ris e l’incrocio delle sostanze ematiche ritrovate sulle ossa con il dna del figlio di Di Silvestre, fino alla conferma purtroppo dell’identità della vittima. Gli inquirenti stanno scandagliando la vita professionale del 56enne, non si escludono possibili situazioni debitorie in virtù delle quali Di Silvestre potrebbe aver tessuto contatti fuori Tortoreto per avere un aiuto economico. Al setaccio i tabulati telefonici così come i conti bancari dell'uomo. A caccia di un movente.