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Sì alla Camera di commercio del Gran Sasso d’Italia, frutto dell’accorpamento tra Teramo e L’Aquila. Sede legale nel capoluogo aquilano ma (garantiscono) la sede di Teramo manterrà funzioni, servizi e dipendenti. La delibera che propone l’accorpamento è stata inoltrata nelle scorse ore al ministero dello Sviluppo Economico. Ma proprio il presidente facente funzione della Camera di Commercio di Teramo, Gloriano Lanciotti, viene bacchettato duramente dall’Api, l’associazione delle piccole e medie imprese che lo accusa di svendere Teramo: "Nonostante la mole di imprese registrate...forse qualcuno dimentica che sono le imprese a tenere in vita questo ente camerale, e puntualmente, invece, vengono estromesse da consultazioni e decisioni", tuona il presidente Alfonso Marcozzi.  Da tempo, forte di numerose sentenze del Tar, l’Api denuncia l’illegittimità’ dell’incarico ricoperto prima dallo scomparso Giandomenico Di Sante ed ereditato ora da Gloriano Lanciotti:  per l’Api la sua posizione "è illegittima perchè si trova al quarto mandato". Polemiche e denunce reiterate nel tempo ma sempre non raccolte dai diretti interessati GUARDA IL NOSTRO SERVIZIO (CLICCA QUI) api-marcozzi-2