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Prima li versa, ora li richiede indietro. Stiamo parlando di circa 100mila euro, per l’esattezza 94.509,23 euro che ora 17 infermieri che avevano fatto ricorso e vinto, ma solo in primo grado, devono restituire alla Asl di Teramo. Lo devono fare a seguito della sentenza n.519 con cui la Corte d’Appello dell’Aquila ha accolto il ricorso della azienda sanitaria. La battaglia giudiziaria è stata avviata da 17 infermieri del reparto di Neurochirurgia dell’ospedale Mazzini di Teramo oltre un anno fa. Battaglia per vedersi riconoscere l’indennità per l’assistenza infermieristica ai pazienti che si trovano ricoverato in terapia intensiva. I giudici del Tribunale di Teramo, in primo grado, avevano dato ragione agli infermieri costringendo dunque la Asl ad eseguire la sentenza e corrispondere il dovuto per il periodo che va dal 2 maggio 2007 al 24 febbraio 2015: ci sono infermieri che si sono visti versare oltre 6mila euro per quell’indennità. Totale, 82.694,99 euro a fronte di indennità complessiva per 20.023 giorni lavorativi in reparto. Una somma significativa che adesso la Asl, uscita vittoriosa in appello, ha disposto di riprendersi dai 17 infermieri. Non solo. A questa somma bisognerà aggiungere i 2.918,22 euro di spese legali (pari a 171,66 euro per ciascun infermiere) e gli 8.896,02 euro per l’indennità che la Asl ha versato agli stessi infermieri nel periodo compreso tra il 1 marzo 2015 e il 31 maggio 2015. Indennità che, come scritto dai giudici della Corte d’Appello, è dovuto esclusivamente agli infermieri che, durante il turno di servizio in reparto, si dedicano esclusivamente e non parzialmente all’assistenza dei pazienti in terapia intensiva. Tradotto: se l’infermieri fa solo quell’assistenza durante il turno, ha diritto all’indennità (pari a 4,13 euro al giorno). Se l’assistenza ai chi sta in terapia intensiva si somma a quella agli altri pazienti del reparto e dunque non è continuativa, non ha diritto all’indennità. La Asl intanto ha disposto il recupero di quasi 100mila euro dai suoi 17 infermieri di Neurochirurgia. Ma è già pronto il contro ricorso in Cassazione. FAGNANOO