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silviodifabioLe sue capacità fuori dal comune sono anche preziose per ravvivare una festa. «Sì, spesso gli amici mi chiedono di memorizzare delle carte in poco tempo o di ricordare dei numeri. Lo faccio volentieri, ma non sono uno che se la tira. Mi piace dimostrare che la memoria è anche divertimento. E che può essere utile nella vita di tutti i giorni». Silvio Di Fabio, 34 anni, abruzzese nato in Germania, è un Pico della Mirandola contemporaneo. Ha una straordinaria abilità nel tenere a mente immagini e segni, tanto da riconfermarsi per il secondo anno consecutivo Campione italiano di memoria.

La finale

Nella finale di Milano del torneo organizzato da Matteo Salvo, vincitore a Londra nel 2013 dell’International master of memory, ha sbaragliato l’avversario di sempre, l’operaio trentenne di Cuneo Matteo Di Cianni. «Lui è partito benissimo con le immagini astratte — racconta Di Fabio —. Io poi ho recuperato con i numeri e le carte. Sono strafelice, anche perché mi sono allenato poco. Il 22 devo consegnare la tesi per il dottorato di ricerca e sono un po’ in ansia. In competizioni come queste devi saper reggere anche a livello emotivo». Per diventare campioni di memoria, esattamente come dei veri atleti, sono necessarie doti naturali ed esercizi per affinarle. «Sin da piccolo ho avuto la capacità di ricordare nomi e volti. A scuola sono sempre andato bene, assorbivo tutto subito dopo una sola lettura. L’ho sempre fatto con piacere, per me studiare non è mai stato un peso, al contrario l’ho sempre considerata un’opportunità per imparare cose nuove. E grazie alla velocità di memorizzazione sono riuscito a conciliare università e lavoro».

Chi è

Di Fabio si è laureato in Chimica biologica e poi in Economia aziendale, ha preso un master in tecnica bancaria e adesso sta per conseguire il dottorato in Economia all’Università politecnica delle Marche. Ha lavorato come operaio, impiegato amministrativo, addetto al reparto qualità, ricercatore in una multinazionale della grande distribuzione. Curioso di scoprire da dove nasceva quella sua qualità prodigiosa, iniziò a leggere libri di Matteo Salvo sulla possibilità di «allenare la memoria» e così decise di partecipare al campionato italiano. Al primo tentativo arrivò secondo. «Anche alle medie avevo partecipato a gare di matematica — ricorda —. Ero predisposto, ma a quel punto pensai che dovevo migliorare acquisendo le tecniche di memorizzazione. Non solo per gioco ma anche perché avevo difficoltà con le lingue straniere e mi avrebbero aiutato ad acquisire un buon vocabolario in poco tempo».

La preparazione

Quando deve affrontare una competizione, cerca di dedicare alla preparazione mezz’ora al giorno. «Mi esercito con dei mazzi di carte oppure utilizzo dei software che forniscono sequenze casuali di numeri». All’ultimo torneo di Milano ha battuto tre record nazionali: ha ricordato senza errori un codice binario composto da 1.936 cifre, ha memorizzato in mezz’ora un numero di 726 cifre e, sempre in trenta minuti, è riuscito a ricordare in ordine 370 carte, l’equivalente di sette mazzi. «Mi piace ripetere che noi atleti della mente siamo come dei funamboli, così come chi cammina su una fune».

Scrive poesie

È sposato da un anno e mezzo, vive a San Salvo, in provincia di Chieti e ama le poesie (le compone, non le ripete solamente). Sta scrivendo una tesi sull’impatto economico della information technology ma dice di non amare troppo né i selfie né i social network. «Soprattutto i più piccoli sarebbe bene che restassero alla larga da cellulari e dispositivi elettronici. Dovrebbero invece applicarsi in modo naturale per acquisire nuove conoscenze. Con piacere, senza considerarlo un obbligo. Esattamente come mi diverto io».

 

(intervista tratta dal Corroere della Sera)