Aveva maltrattato per diversi anni la convivente 50enne percuotendola – per futili motivi – con calci, schiaffi e pugni e, talvolta, con oggetti contundenti tanto da procurarle ematomi diffusi in varie parti del volto e degli arti – superiori ed inferiori –, apostrofandola con i peggiori epiteti, ma la vittima non aveva mai avuto il coraggio di denunciare i soprusi subiti ai Carabinieri del posto, sino al recente passato quando ha deciso – esausta – di rivolgersi ai militari dell’Arma di Colonnella raccontando tutti gli episodi violenti subiti negli ultimi 5 anni di convivenza difficile. A quel punto, i Carabinieri diretti dal Lgt. c.s. Dino Milazzo, Comandante della locale Stazione, hanno raccolto tutte le prove e steso un dettagliato rapporto al PM – Dott. Stefano Giovagnoni – che ha successivamente formulato una richiesta al GIP – Dott. Mauro Pacifico –, il quale concordando con gli esiti dell’attività investigativa ha emesso l’ordinanza di applicazione di misura cautelare in carcere nei confronti del convivente violento G. D. 70enne del posto, con l’accusa di maltrattamenti in famigli continuati e lesioni personali.
L’uomo, violento, negli ultimi anni, a più riprese – per futili motivi – non perdeva occasione per minacciare la donna di morte, ricoprendola di insulti ed offese oltre, come detto, a percuoterla, anche alla presenza della figlia minorenne. In una circostanza, infatti, l’aveva colpita violentemente alla mano con un manico di scopa, in un’altra circostanza la colpiva alla testa sempre con il manico di scopa, qualche volta utilizzava i telecomando della TV, un’altra volta le sferrava un pugno al volto colpendola all’occhio e provocandole una forte tumefazione, in altre circostanze le impediva di rientrare in casa ed ancora era arrivato a lanciarle contro un grosso coltello da cucina senza, per fortuna, colpirla. In tutte queste circostanze la da vittima non aveva mai fatto ricorso alle cure mediche dei sanitari del Pronto Soccorso. Tutte queste violenza domestiche “gratuite” avevano quindi spinto la donna a denunciare i fatti ai Carabinieri che hanno raccolto le prove informando il Tribunale di Teramo.
L’arrestato, al termine delle formalità di rito, è stato tradotto presso la Casa Circondariale “Castrogno” di Teramo come disposto dall’A.G. competente.