Una coppia di Cologna Spiaggia è stata salvata all'ospedale di Giulianova dall'avvelenamento causato da alcune foglie e bacche di belladonna raccolte in montagna e messe a cuocere insieme ad altre verdure. La coppia - 52 anni lui, 49 lei - se l'è vista davvero brutta con spasmi, difficoltà di respirazione, allucinazioni e altri sintomi causati dalle sostanze tossiche presenti nella pianta. Ma oggi dopo oltre dieci giorni può raccontare la sua disavventura cominciata con quella che sembrava essere una comune insalata. I fatti risalgono alla settimana scorsa quando marito e moglie accusano i primi sintomi. Lei aveva portato a tavolale foglie e le bacche di atropa di belladonna, pianta che ha anche effetti allucinogeni dovuti a sostanze come l'atropina e la scopolamina, usata soprattutto nella cosmesi e nella medicina omeopatica, ma velenosa se ingerita in grandi quantità al punto da poter provocare la morte. L'aveva colta in montagna e nulla faceva presagire quello che è poi successo di lì a poco. I due sono rimasti intossicati dall'erba che avevano mangiato per cena e si sono rivolti all'ospedale di Giulianova. Qui i medici hanno fatto la diagnosi e individuato la causa. Quindi hanno contattato il Centro antiveleni di Pavia applicando un protocollo che si usa per questi casi. Dopo due giorni di ricovero la coppia è stata dimessa. Ma che cos'è la pianta atropa belladonna? Cresce sporadica nelle zone montane e submontane fino a 1400 metri. Predilige i suoli calcarei e i margini di boschi freschi e ombrosi, come le faggete.