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carabinieri 11I genitori erano ormai da anni ridotti allo stremo e non ce la facevano più a sopportare le quotidiane violenze domestiche poste in essere dal figlio 25enne che li vessava in continuazione e li maltrattava, anche alla presenza del fratello minore, usando continuamente violenza nei loro confronti. L’ambiente familiare era diventato un inferno ed i genitori erano costretti a barricarsi in casa la sera, a causa di quel figlio tossicodipendente violento che ogni giorno, per soddisfare ed appagare le proprie esigenze personali fatte di piaceri effimeri per l’acquisto di sostanze stupefacenti, al culmine delle crisi, usava violenza nei loro confronti, invenendo e colpendoli inopinatamente con inaudita aggressività con calci, pugni, schiaffi e spintoni, non lesinando, altresì, di prendersela anche con gli arredi, le porte ed i suppellettili  dell’abitazione, presi a calci e pugni, finanche contro l’autovettura del padre.  In talune circostanze, al rifiuto di accondiscendere alle continue richieste di denaro, aveva rotto il telefonino dei familiari e il lunotto dell’autovettura. Per acquistare la droga aveva portato via oggetti di valore ovvero venduto gli ori di famiglia, in una circostanza nel corso di una violenta aggressione aveva prodotto un ematoma al braccio del padre ed aveva storto le dite della mano alla madre. Talvolta lanciava i sassi raccolti per terra con l’intento di danneggiare gli infissi ed  i vetri delle porte e finestre dell’abitazione. I genitori ultrasessantenni, da anni erano costretti a subire ogni sorta di angherie, dalle continue minacce di morte alle percosse, dai danneggiamenti alle lesioni, da parte del figlio tossicodipendente - senza alcuna attività lavorativa alle spalle -. Solo il pudore che spesso prevale nelle piccole comunità e l’innato amore per quel figlio ingrato che non accettava i consigli per disintossicarsi non li aveva in passato portati a denunciarlo per mettere fine alle continue violenze. L’acuirsi sempre più in queste ultime settimane delle violenze domestiche alla fine ha portato i genitori a rivolgersi, per un consiglio, ai Carabinieri della Stazione di Colonnella nel tentativo di arginare le violenze sempre crescenti. I Carabinieri diretti dal Lgt. c.s. Dino Milazzo, dopo aver rassicurato i genitori e vinto l’iniziale diffidenza hanno raccolto pazientemente la denuncia soffermandosi sui particolari delle quotidiane violenze subite e immediatamente hanno rimesso una dettagliata informativa al Sostituto Procuratore – Dott.ssa Silvia Scamurra – che dopo un ulteriore ma breve supplemento di indagine ha formulato la richiesta al locale GIP. Il Giudice – Dott. Marco Procaccini – esaminati tutti gli atti raccolti afferenti la scabrosa vicenda, vista la gravità del reato e concordando appieno con le risultanze investigative dei Carabinieri di Colonnella, ritenendo concrete le esigenze cautelari, ha così emesso nei confronti del figlio la misura cautelare personale del divieto di avvicinamento ai genitori ed alla casa familiare, disponendo che l’indagato deve mantenere una distanza minima di 1 Km dalle persone offese. Dopo la notifica da parte dei Carabinieri operanti il ragazzo – raccolti gli effetti personali – è stato costretto a lasciare la casa familiare nella speranza che i genitori possano ritrovare la tranquillità perduta negli ultimi mesi, ma soprattutto che il provvedimento lo possa portare a riflettere attentamente e redimersi per quanto fatto accettando l’aiuto per disintossicarsi.