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bancomat esploso 2Condannata la banda dei bancomat. La banda che faceva esplodere i bancomat in Abruzzo, Marche e Toscana per intenderci.  Complessivamente quasi 53 anni di carcere con il rito abbreviato a cominciare dai 13 anni inflitti al presunto capo Massimo Furio. La sentenza, spiega stamattina Il Centro,  è stata emessa ieri pomeriggio dal giudice Sergio Umbriano al termine di una lunga udienza consumata tra le richieste del pm Davide Rosati (che complessivamente aveva chiesto 28 anni di carcere) e le arringhe dei difensori dei nove quasi tutti di Cerignola tranne Pietro e Michele Intenza, padre e figlio rispettivamente di 42 e 21 anni, originari di Foggia ma da tempo residenti a Tortoreto, considerati dagli investigatori i basisti della banda.

Banditi che, secondo i carabinieri del reparto operativo che li hanno individuati dopo certosine indagini, sono professionisti del crimine tutti esperti nel maneggiare esplosivi, super veloci nell'arraffare i soldi e nella fuga spesso facilitata dai chiodi lanciati in strada per fermare gli inseguitori e tutti provenienti da Cerignola, grosso centro in provincia di Foggia. L'accusa contestata a tutti è quella di associazione a delinquere finalizzata ai furti, detenzione di materiale esplodente e danneggiamento.

Gabriele De Simone è stato condannato a 12 anni, mentre Michele e Pietro Intenza sono stati condannati a sei anni e al pagamento di ventimila euro ciascuno. Stessa condanna per Vincenzo Capone e Giuseppe Pugliese. Tre anni e quattro mesi la condanna per Eugenio Cinquepalmi, mentre Vincenzo Serra è stato condannato a 10 mesi. Assolto Leonardo Ferrara a cui la Procura non contestava l'associazione. Le motivazioni della sentenza sono state preannunciate tra novanta giorni.