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MASSONERIA 1“Per la prima volta in assoluto un gran maestro viene chiamato a tenere una lectio sulla massoneria nell’università pubblica italiana. Un convegno che è celebrativo e non scientifico“. E’ rimbalzata sulle pagine del fattoquotidiano.it la presa di posizione di alcuni docenti dell’Università di Teramo che hanno poco gradito la decisione di organizzare un convegno sui “Trecento anni di storia della massoneria”- In un articolo di Eleonora Bianchini, infatti, riporta la polemica e la presa di posizione di una fonte interna che critica anche i costi “Costerà 2000 euro, sono tantissimi, sono soldi dell’università, in questo caso del dipartimento di scienze politiche – spiega appunto la fonte dell’Università di Teramo a ilfattoquotidiano.it -. E pensare che noi per fare convegni di spessore non abbiamo a disposizione più di 500 euro”. Secondo i cronisti del Fatto, “alcuni professori, che si dicono sconcertati dall’irritualità dell’evento, pensano in queste ore anche a sollecitare un’interrogazione parlamentare”. Il motivo? La presenza tra i relatori dei vertici della Gran Loggia d’Italia, il secondo ordine italiano per iscritti (circa 8 mila), dopo il Grande Oriente (Goi): Antonio Binni, avvocato civilista classe 1937 e Gran maestro, e Luciano Romoli, Gran maestro vicario della stessa loggia. A difesa dell’iniziativa, il Fatto ha sentito l’ex rettore Luciano D’Amico «Sinceramente non capisco tutto questo interesse intorno al convegno. Penso che la massoneria, e lo dico da non massone, faccia parte della storia. Anzi, penso sia un atto di maturità che se ne parli in università, che è un luogo di discussione e dibattito, senza censure. Come si parla di Olocausto o dei grandi temi della storia, si può parlare anche di questo»