«L' ho uccisa perchè mi voleva lasciare». E' questa la testimonianza resa l'altra notte al sostituto procuratore Davide Rosati dal convivente di Mihaela Roua: Cristian Daravoinea di 36 anni. La coppia era tornata a casa, a Nereto, in viale Europa in quell'appartamento che aveva acquistato all'asta, dopo anni di sacrifici nel 2018, per pranzare e poi andare a riprendere a scuola la bimba di 6 anni. Ma qui non arriveranno mai perchè dopo la lite in casa, lui prende in cucina un coltello e la pugnala più volte. Poi chiude casa e va via. Sale sulla macchina, una Mazda e percorre diverse strade della Val Vibrata e poi si ferma a Tortoreto, dove prima va a sciacquarsi le ferite in mare che si era procurato all'addome, ferendosi otto volte con lo stesso coltello con il quale aveva ucciso Mihaela, ma non in profondità. Voleva suicidarsi ma non ci è riuscito anche perchè i carabinieri sono arrivati prima, grazie al sistema satellitare montato sulla macchina dall'assicurazione. Ripeterà più volte al magistrato: «l'ho uccisa perchè voleva lasciarmi».
Domani si svolgerà l'autopsia affidata a Luigi Cipolloni, anatomopatologo di Roma.