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Un esposto alla Procura di Teramo è stato inoltrato da Pasquale Iannetti per danno ambientale dopo la distruzione di tre O’bellX a seguito di una valanga di due mesi, i pezzi sono ancora sparsi intorno ai Prati di Tivo. Iannetti chiede di aprire un'inchiesta dopo le sollecitazioni inoltrate alla Provincia di Teramo e alla Gran Sasso Teramano.

 

 

Alla Procura della Repubblica
Presso il Tribunale di Teramo

ESPOSTO
inoltrato a mezzo del Comando Stazione dei Carabinieri di Mosciano Sant’Angelo (Teramo) il giorno 6 Maggio 2020.

Oggetto: Danno ambientale: Decreto Legislativo n° 152 del 03/04/2006, pubblicato sulla G.U. il 14/04/2006. Il “Danno Ambientale” è un qualsiasi deterioramento significativo e misurabile, diretto e indiretto, di una risorsa naturale o dell'utilità assicurata da quest'ultima.



Premetto che nella vicenda in esame possono ravvisarsi eventuali profili di rilevanza penale, tali da richiedere il sollecito intervento delle competenti Autorità giurisdizionali. 

Il sottoscritto, Pasquale Iannetti residente a Pietracamela  Guida Alpina, espone quanto segue:
 L’antefatto
Nelle giornate del 25 e 26 marzo 2020 i sigg. Maurizio Massimo Felici, Guida Alpina residente in via del Moro 2, 67040 San Panfilo D’Ocre (L’Aquila) e Arnaldo Di Crescenzo, Accompagnatore di Media Montagna, residente a Bellante avendo ottenuto dal Comune di Pietracamela l’incarico di monitorare la stazione per la eventuale caduta di valanghe, azionavano i dispositivi degli O’bellX, provocando il distacco di consistenti masse nevose presenti nei pendii sottostanti le 12 strutture. Durante queste operazioni una consistente massa nevosa precipitava dal Canale di Mezzo (posto sulla parete nord del Corno Piccolo, ad una quota superiore) e si abbatteva su tre O’bellX, travolgendoli e trascinandoli a valle. A seguito di questi avvenimenti il Sindaco del Comune di Pietracamela convocava la Commissione comunale per la prevenzione dei rischi da valanga, istituita ai sensi della legge n.47 del 18.06.1992 art. 17. Veniva redatto un verbale di cui però ad oggi non è stato ancora possibile ottenere copia. Il progettista e direttore dei lavori, Ing. Marco Cordeschi, dichiarava che esistono dei verbali dove sono riportate tutte le operazioni fatte dagli esploditori. 
Lo scrivente fa presente di avere più volte messo in guardia l’Amministrazione Provinciale, proprietaria della Funivia che collega Prati di Tivo alla Madonnina e la società Gran Sasso Teramano, proprietaria delle due seggiovie circa la pericolosità delle attrezzature per il distacco artificiale delle valanghe ai Prati di Tivo, sia via e-mail (allegate 4 note), sia con interventi sui social e sia con interviste a vari giornali e televisioni (allegati 4 link), senza però essere ascoltato.
I fatti che hanno portato alla distruzione di tre dei dodici apparati, erano stati anticipati con chiarezza nei miei vari scritti inoltrati molto tempo prima che si verificassero gli incidenti. 
Gli O’bellX sono apparati acquistati con denaro pubblico, e chiedo pertanto che vengano accertate le eventuali responsabilità in merito e che i soggetti, a vario titolo coinvolti, se colpevoli, siano indagati e conseguentemente puniti ai sensi di legge.
Gli apparati, infatti, come hanno dimostrato i fatti sopra riferiti, sono stati erroneamente posizionati e tre di essi sono stati irreversibilmente danneggiati. I fatti hanno dimostrato la loro inutilità a fronte dell’ingente spesa (ripeto, con denaro pubblico) sostenuta per il loro acquisto.

 Esposizione dei fatti odierni

A circa due mesi dall’episodio della valanga che ha travolto e distrutto tre esploditori (O'bellX) dei dodici istallati, tutti i resti sono sparsi nel canalone sotto la parete Nord del Corno Piccolo .
Tutto questo è inconcepibile ed inammissibile e non si comprende come mai l’area non sia stata ancora bonificata.
L’indifferenza e la superficialità degli Enti Pubblici: L’Amministrazione Provinciale di Teramo, il Comune di Pietracamela e l’Amministrazione Separata dei Beni di Uso Civico di Pietracamela, coinvolti a vario titolo in questa vicenda.
Le sei bombole, tre cariche di idrogeno e tre di ossigeno, sono fuoriuscite dalla loro sede e sono esposte alle intemperie e potrebbero essere anche pericolose.
Due delle tre strutture sono ferme sul pendio erboso e potrebbero rotolare a valle con estrema facilità e nella caduta travolgere ignari escursionisti o persone dediche alla raccolta dei funghi.
Mi rivolgo all’autorità giudiziaria affinchè i responsabili siano costretti a rimuovere con estrema urgenza tutte le attrezzature danneggiate ed alla bonifica completa dell’area.

Con osservanza.
Pasquale Iannetti