×

Avviso

Non ci sono cétégorie
Università di Teramo. Sala delle lauree di Giurisprudenza. 20 marzo scorso. Sara Mourchid, una ragazza marocchina cittadina italiana fin dalla nascita, sta discutendo la sua tesi sulla Primavera Araba e sui diritti umani nei Paesi del Nord-Africa. Attorno a lei almeno una quarantina tra amici e familiari, gli stessi che dal 1969 da Casablanca, in Marocco, sono approdati in Italia, lavorando regolarmente e crescendo qui, da cittadini italiani, i propri figli. Un prof in commissione manifesta subito disappunto e inizia ad incalzare la laureanda circa la reale applicabilità del diritto di culto sancito dalla Costituzione tunisina, fresca di riforma. La domanda spiazza tutti: “Allora, signorina, vuole dirci che possiamo costruire una Basilica di San Pietro a Tunisi?” http://youtu.be/iUOq88Z0jdE Il prof, ricercatore presso la sede distaccata di Avezzano, è sempre più contrariato. A nulla valgono i tentativi del presidente e degli altri membri della commissione di laurea, a fermarlo e riportare il clima alla meritata serenità. In fondo per Sara è uno dei giorni più importanti della sua vita: si sta laureando. Ma quel prof abbandona la commissione, esce fuori infuriato. Si accendono gli animi. Qualcuno fa notare al prof che così non ci si comporta. Lui replica: “Siete solo dei rifugiati” C'è chi replica: “Lei non è degno nemmeno di insegnare in un asilo...” Il giorno della laurea per Sara e per la sua famiglia finisce con una denuncia e una controdenuncia. Unica consolazione le distanze prese rispetto a quel professore da tutti gli altri componenti della Commissione, dal preside della facoltà di Giurisprudenza e dal Rettore, Luciano D'Amico, che ha convocato Sara per scusarsi a nome dell'ateneo. Denunce a parte, l'Università di Teramo avvierà un procedimento disciplinare a carico del professore.  universita-teramo-2