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DESANTIS PEZONETRIBUNALEPensavamo di averle viste tutte quando alcuni mesi fa, consultando il fascicolo su alcune parti importanti dei nostri esposti su questioni delicatissime della vicenda del Gran Sasso per cui il PM di Teramo aveva chiesto l'archiviazione, ci accorgemmo della mancanza di un'importante informativa dei Carabinieri dei NOE dell'11 luglio 2019, nonostante fosse pure citata nella richiesta di archiviazione a firma del PM.

Poter esaminare tutti gli atti è fondamentale per valutare l'opportunità di una opposizione per chiedere approfondimenti investigativi, come previsto dalla legge.

A quel punto inviammo una PEC al procuratore capo. Tra l'altro riemerse prima un'altra informativa dei NOE del 16 luglio, con contenuti poco rilevanti. Molti avrebbero pensato ad un semplice refuso tra le date e si sarebbero magari accontentati ma grazie, diciamo così, all'italica provvidenza, insistemmo assieme all'altra associazione coinvolta.

A quel punto spuntò fuori effettivamente un'informativa dei NOE dell'11 luglio, molto rilevante ai fini delle indagini. Peccato che mancassero gli allegati all'informativa per cui fummo costretti a depositare un'altra segnalazione. Dopo un'ora ci richiamarono dalla cancelleria per comunicarci che finalmente gli atti erano completi.

Insomma, nel fascicolo (teoricamente chiuso) mancavano non una ma ben due informative della polizia giudiziaria e i relativi allegati di una di queste.

Rimesso in ordine il fascicolo con il nostro contributo volontario e dopo aver depositato una corposa opposizione con oltre 10 allegati, oggi nell'udienza davanti al GIP il nostro avvocato Michele Pezone avrebbe ulteriormente motivato le ragioni alla base dell'opposizione, anche con il deposito di nuovi documenti.

Il giudice, davanti a una quindicina di persone, tra cui il presidente del Parco del Gran Sasso e avvocati giunti anche da fuori regione, ci ha comunicato che essendo stato nominato il primo agosto un terzo giudice nel distretto, il Dr. Prudenzano, i fascicoli delle varie cause erano stati redistribuiti per cui questo era capitato al giudice appena insediato. Pertanto l'udienza è stata rinviata al 19 novembre.

Noi comuni cittadini a questo punto ci chiediamo: nell'era della comunicazione non sarebbe bastata una pec per avvisare tutti ed evitare una perdita di tempo a decine di persone? Questioni rilevanti come la sicurezza di un sistema vulnerabile come il Gran Sasso e gli stessi diritti degli indagati, possono continuare a subire una tempistica fuori dalla modernità?

Sicuramente si rafforza la nostra convinzione che ci sta portando ad evitare di provare a costituirci parte civile nei processi e a limitare il nostro impegno e quello degli avvocati che ci assistono alle sole fasi di indagine che almeno hanno una loro utilità per raccogliere documenti o fare perizie a fare luce sulle vicende.

PS: il giudice Prudenzano si è già astenuto per incompatibilità nel processo sull'acqua del Gran Sasso, nato dai nostri esposti. Speriamo che il 19 novembre questa incompatibilità non sussista.

MOBILITAZIONE PER L'ACQUA DEL GRAN SASSO