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Se sarà sciopero in casa TeAm si saprà solo dopo il 1 maggio. E l'ipotesi si fa sempre più concreta, vista l'assenza di riscontri circa le sollecitazioni da tempo avanzate dalle rappresentanze sindacali. Il concetto espresso dai sindacati, a cominciare dalla Funzione Pubblica Cgil del segretario Amedeo Marcattili) e dalla Fiadel del segretario Massimo Di Carlo, è cristallino: “La Teramo Ambiente deve pagare i dipendenti per quello che fanno e devono essere inquadrati nella specifica categoria e occorre un trattamento adeguato delle mansioni svolte”. Un problema che investirebbe decine di dipendenti della partecipata del Comune di Teramo. La Fiadel sottolinea poi il caso della cosiddetta Cqc, carta di qualificazione del conducente, che secondo il segretario Di Carlo, “sarebbe rilasciata solo ad alcuni dipendenti, dando loro il diritto a retribuzioni maggiori”. La prospettiva dello sciopero in piazza si affianca a quella delle azioni legali, alias vertenze di parte del personale TeAm. C'è chi ha interessato formalmente i propri legali, c'è chi è già in causa (per mobbing e demansionamento, ad esempio). E poi c'è il caso di un dipendente che contesta, tramite il suo avvocato, il numero superiore di ore svolte rispetto a quando era dipendente di un Comune dell'entroterra teramano (prima che passasse in TeAm) senza che gli venga riconosciuta la corrispondenza retribuzione. L'avvocato ha già notificato tutto alla TeAm, elencando tutte le spettanze finora disattese dalla Team e dando una scadenza limite all'azienda. Tra le spettanze: ore in eccedenza, corretto inquadramento per gli effettivi servizi svolti, buoni pasto, rientri pomeridiani. Il lavoratore chiede che gli siano corrisposte tutte le somme. In caso di risposta negativa da parte della TeAm, si tratterà di aspettare a questo solo una decisione: quella di un giudice in Tribunale. team