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carabinieri_noe I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Pescara, questa mattina hanno tratto in arresto titolari e dipendenti di un’azienda e sequestrato un impianto di stoccaggio rifiuti nel teramano. L’operazione è stata eseguita con il concorso dell’Arma Territoriale nelle province di Teramo e Chieti, in esecuzione di un provvedimento del GIP del Tribunale di L’Aquila, Dott. Giuseppe ROMANO GARGARELLA, su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica della locale Direzione Distrettuale Antimafia, Dott. David MANCINI, al termine di un’attività investigativa svolta dal NOE dal giugno 2011 alla fine del 2013. L’indagine riguarda la raccolta, il trasporto e lo stoccaggio di olio vegetale esausto effettuato in maniera irregolare con conseguenti notevoli profitti per gli indagati e consistenti perdite economiche per le ditte concorrenti. Gli indagati si associavano tra loro al fine di commettere una serie indeterminata di reati in materia di rifiuti nonché contro il patrimonio in danno di aziende concorrenti. Il titolare della ditta di raccolta sita in Mosciano Sant’Angelo (TE) operava in qualità di organizzatore, promotore e capo mettendo a disposizione e utilizzando la propria impresa, spazi e dotazioni aziendali, mezzi di trasporto e strumenti di effrazione per mettere in atto personalmente o attraverso i propri dipendenti le attività delittuose; la moglie del titolare, collaboratrice aziendale, partecipava al sodalizio formando e redigendo formulari di identificazione rifiuto contenenti dati falsi e comunque redigendo false scritture ambientali per nascondere i reati commessi agli organi di controllo simulando una corretta gestione dei rifiuti. Tali attività causavano una perdita economica annuale di almeno 200.000 euro per ogni azienda concorrente corrispondente alle minori quantità di rifiuto raccolto, rifiuto che viene reimmesso sul mercato per essere recuperato per la produzione di carburante biodiesel. Gli arrestati inoltre ponevano in essere atti di illecita concorrenza al fine di acquisire quote di mercato e comunque di ambire ad una posizione esclusiva o predominante in Abruzzo e in parte delle Marche nell’esercizio dell’attività di gestione del predetto rifiuto in danno di diverse ditte aventi sedi nelle Marche nonché in Provincia di Teramo e di L’Aquila. Gli infiniti episodi di sottrazione indebita o in maniera fraudolenta dell’olio si verificavano sia presso i contenitori stradali (cd campane) utilizzati per la raccolta pubblica sia in danno di esercizi commerciali e di ristorazione (olio raccolto nelle cd olivie). Con tali Comuni ed esercizi le ditte concorrenti avevano stipulato contratti esclusivi per la raccolta del rifiuto il cui ritiro avveniva dietro riconoscimento di un compenso pari a circa 150 euro a tonnellata. Diversi sono anche gli episodi di atti violenti o sleali perpetrati dal titolare della ditta incriminata e dai suoi dipendenti verso autisti e mezzi delle aziende concorrenti: sabotaggi, pedinamenti, trancio delle valvole dei pneumatici, furto delle chiavi del mezzo, sempre al fine di impedire un regolare svolgimento della loro attività. Singolare invece il fatto che durante alcune perquisizioni espletate in danno dell’azienda incriminata e in occasione di un arresto in flagranza di uno dei dipendenti, avvenuto in Pescara nel gennaio 2013, venivano sequestrate dal NOE alcune agende sulle quali i malfattori annotavano, seppur con delle sigle convenzionali, i luoghi ove venivano commessi i furti e la mancata redazione dei relativi documenti ambientali. Ciò ha permesso agli investigatori di trovare un’ulteriore conferma di luoghi e date delle azioni delittuose. Il titolare della ditta veniva tradotto in carcere mentre la moglie collaboratrice e i dipendenti venivano posti agli arresti domiciliari.