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Accusò il questore di minacce e stalking, in due distinte occasioni, riferite da un ex carabiniere finito nei guai per procurato allarme, da un consigliere comunale e da un blogger. Ma a distanza di due anni e mezzo dal gossip che animò l’estate teramana del 2018, è stata condannata lei, da accusatrice, per calunnia nei confronti del questore Enrico De Simone: a due anni e sette mesi di carcere al processo di primo grado che si è concluso questa mattina al Tribunale di Teramo.

Per Tiziana Panichi, difesa dall’avvocato Paolo De Nuzzo, il pm Davide Rosati aveva chiesto una condanna ad un anno e otto mesi. Ma il giudice Flavio Conciatori, dopo l’arringa dell’avvocato di parte offesa Mariateresa D’Innocenzo, ha ritenuto d’infliggere una pena più grave, senza la considerazione delle attenuanti generiche.

Nonostante la tesi difensiva del suo avvocato, che ha voluto la donna teramana vittima di una macchinazione, è la seconda volta che la giustizia le dà torto al tribunale di Teramo.
La prima, quando le accuse da lei formulate nei confronti del questore di Teramo si sono concluse con una sentenza d’archiviazione a seguito delle indagini della Guardia di Finanza, che portò il GIP a scrivere nella sentenza che nessuna delle sue accuse nei confronti del questore aveva trovato il minimo riscontro, anzi erano smentite da tutti gli accertamenti degli investigatori.

La seconda, con la sentenza di oggi, che sostanzialmente riconosce il questore di Teramo come vittima delle false accuse della donna.

Il Tribunale di Teramo, oltre alla pena ha fissato il pagamento delle spese processuali di 4mila euro a carico della donna, rimandando al giudice civile la quantificazione del danno nei confronti del questore.