Omicidio Rea/La difesa di Parolisi cerca la voce del telefonista
Molto difficile ma necessaria - per l'avvocato Nicodemo Gentile, difensore di Salvatore Parolisi, condannato a 30 anni per l'omicidio della moglie Melania Rea - la ricerca a tappeto della voce che appartiene al telefonista, colui che ha fatto ritrovare il corpo di Melania Rea due giorni dopo la sua scomparsa". "Non ci rivolgiamo più all'omertoso telefonista - ha detto il legale, ospite a 'Quarto Grado' - ma alla popolazione di quei piccoli luoghi dove la voce si riconosce facilmente. Vorremmo segnalazioni e sensibilizzare le persone. Qualcuno sa chi è questo telefonista perché è una persona ben radicata al territorio. La si potrebbe riconoscere dall'accento". "Gli inquirenti hanno effettuato solo dodici comparazioni. Scoprire chi è il telefonista - ha aggiunto - è fondamentale perché oltre che per omicidio, Salvatore Parolisi è stato condannato per deturpamento successivo alla morte. Se si tratta della stessa persona che ha acceso il telefonino di Melania la mattina e che nel pomeriggio ha chiamato i carabinieri questo scagionerebbe dalla seconda accusa Parolisi, che la mattina del 20 aprile 2011 era sicuramente a casa".
"Salvatore Parolisi è molto determinato e crede ancora nella giustizia - ha concluso l'avvocato - è un processo che sotto il profilo tecnico non sta in piedi. Ci sono grossi buchi nell' indagine e dal questo punto di vista, il telefonista ne è l'emblema".