E' arrivata la sospensione obbligatoria da parte della Asl, essendo un medico in servizio all'ospedale Mazzini, per il ginecologo Francesco Ciarrocchi che ieri è stato sentito dal Gip Roberto Veneziano e dal Pm Francesca Zani, dopo una settimana dagli arresti domiciliari per violenza sessuale nei confronti di una giovane donna. Ciarrocchi, assistito dai suoi legali, avrebbe negato tutto: sua la circostanza del video porno mostrato alla giovane donna, così come una telefonata registrata dalla stessa, nella quale si sarebbero fatti precisi riferimenti all'episodio, che avrebbe avuto per teatro lo studio privato del medico.
Nel frattempo, è nato anche un collettivo femminista "Malelingue di Teramo" che prende posizione sul caso Ciarrocchi: «Attraverso i social, la città si scaglia contro colei che ha avuto la forza di rompere il silenzio, minandone la credibilità e colpevolizzandola in un ignobile linciaggio mediatico. Con il presunto aggressore, invece, si empatizza, data la sua posizione sociale e professionale», si legge in una nota.
Va ribadito, ancora una volta, che solo la magistratura potrà e dovrà stabilire eventuali responsabilità e che, in quanto misura precauzionale, l'arresto non è una affermazione di colpevolezza. Così come, va ribadito con ogni forza, che la denuncia di una donna che sente di aver subito violenza, non può e non deve mai essere considerata una "colpa" della donna, come invece troppo spesso (e anche in questo caso) è accaduto, nel tritacarne social.