Indicazioni di voto disgiunto semplicemente da spuntare sul verbale e finite, invece, nel conteggio conclusivo oppure il numero di aventi diritto affatto corrispondente con gli elettori effettivamente recatisi in quel seggio. Sono queste alcune delle anomalie formali su cui sta provando a fare chiarezza la Commissione Elettorale Centrale nominata dal Tribunale di Teramo e di cui fa parte, tra gli altri, il giudice Roberto Veneziano. Su tutte, è in corso la verifica tra i dati riportati sui verbali finali di ciascuna delle 80 sezioni teramane scrutinate e i dati “comunicati” a chiusura delle operazioni voto. Da queste verifiche, in corso nella sala consiliare del Comune di Teramo dove sta lavorando la Commissione elettorale centrale, dipenderà la conferma o meno del ballottaggio tra Maurizio Brucchi e Manola Di Pasquale. La Commissione si sta limitando, come previsto per altro dalla normativa, a fare dei riscontri e delle verifiche prettamente formali e numeriche tra i dati in possesso e quelli che sono stati trascritti dai presidenti di seggio sui verbali di voto di ciascuna sezione. L'orientamento è che le anomalie riscontrate siano attribuibili esclusivamente ad un errore materiale sui singoli verbali e, dunque, possano essere considerati validi i dati “comunicati” prima della sottoscrizione del verbale (al quale, in alcune sezioni in cui le operazioni di scrutinio sono filate lisce, non hanno neppure presenziato tutti i rappresentanti di lista...): questo significherebbe che il ballottaggio si potrà ritenere convalidato in quanto avrà fatto fede la percentuale nota già dall'alba di martedì, ossia che Maurizio Brucchi è al 49,77% e Manola Di Pasquale è al 25,12%. Inoltre, la Commissione non può minimamente toccare le schede, tanto meno quelle oggetto di contestazione. Questo o quello schieramento potrà farsi valere solo tramite apposito ricorso innanzi al Tar.