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IMG_8052 Mezzanotte dell'11 giugno 2009. E' l'ora esatta in cui l'allora sindaco di Notaresco, Valter Catarra, fu proclamato presidente della Provincia di Teramo. Cinque anni dopo, al primo piano di via Milli, non c'è più né tempo né posto per la sala consiliare: da ieri sera, dopo l'ultima assise di un'epoca che per gli enti provinciali tramonta sotto i colpi del decreto Del Rio, non resta che una foto ricordo e qualche applauso. Pochi minuti prima delle 20 di ieri sera, il presidente del Consiglio provinciale, Mauro Martino, ha aperto per l'ultimissima volta i lavori che, con i soli voti della maggioranza e l'astensione di Pd, Sel e Idv (unico voto contrario quello della civica di Ugo Nori), ha approvato l'ultimissimo ordine del giorno: il rinnovo della convenzione che, per 15 anni, fa affidare dalla Provincia alla Gran Sasso Teramano la titolarità e gestione della tribolata cabinovia dei Prati di Tivo. Mancano alcuni consiglieri, diversi sono cambiati rispetto al 2009, altri non ci sono più: è il caso di Claudio Posabella, uno dei consiglieri più anziani che si è spento un anno fa e per il quale si è levato l'applauso durante il ricordo reso in aula dal presidente Martino. Scorrere, cinque anni dopo, i banchi di maggioranza e opposizione, significa ritrovare persone con un percorso politico comunque mutato: Diego Di Bonaventura e Robert Verrocchio, da consiglieri provinciali si ritrovano oggi sindaci di Notaresco, il primo, e di Pineto, il secondo. Alcuni colleghi hanno tentato la medesima sorte, non riuscendoci: è il caso di Massimo Vagnoni (primo degli eletti in Provincia nel 2009, rimasto incredibilmente escluso dall'esecutivo di Catarra) sconfitto alle amministrative di Martinsicuro che gli preferirono Paolo Camaioni; l'ex assessore Elicio Romandini, dimessosi per candidari a sindaco di Sant'Egidio alla Vibrata; Ugo Nori, reduce dalla candidatura a sindaco di Montorio; Mauro Sacco spera nella proclamazione in Consiglio regionale mentre il suo ex compagno di scranno (ex Idv), Riccardo Mercante, dopo l'addio a via Milli, si ritrova oggi consigliere regionale del Movimento Cinque Stelle. Ernino D'Agostino, da ex capogruppo della minoranza a appena eletto presidente regionale del Sunia (sindacato degli inquilini), strappa la citazione del presidente Catarra e l'applauso: “Per Ernino una stima profonda, da sempre. E' una di quelle persone che fanno bene la politica e alla politica, ma che la stessa purtroppo mette da parte colpovolmente”. Ci sono poi: l'assessore Eva Guardiani e il consigliere vibratiano Adriano Di Battista, entrambi reduci dall'elezione in Comune a Teramo, per la prima, nella giunta di Sant'Omero, per quanto riguarda il secondo. Da consigliere provinciale a consigliere in Comune a Teramo, poi, Raimondo Micheli (che per un biennio ha ricoperto il ruolo di capogruppo della maggioranza cedendo poi lo scranno a Flaviano Montebello che, ieri sera, ha scelto di lasciare l'intervento conclusivo alla giovanissima “vice”, Rita Ettorre). A prendere la parola per il Pd è stato il capogruppo Renzo Di Sabatino, rammaricato per la fine dell'ente-Provincia e per “l'essersi sentiti tutti un po' inutili a volte, in un clima di forte contrapposizione da parte dell'opinione pubblica” ma comunque soddisfatto di una minoranza “che ha preferito il confronto alle urla e ai no a prescindere”. E poi, Teramo Lavoro, riecheggia nell'ultima assise: “Non si è mai messa in discussione l'onestà delle persone...abbiamo solo voluto porre all'attenzione dell'autorità competente quelle che, per noi, erano delle anomalie. Al presidente Catarra i più sinceri auguri affinchè possa chiarire tutte le sue posizione in merito” chiosa Di Sabatino, tirando in campo l'esposto contro la società in house dell'ente e che, per altri capi d'imputazione però, vede a processo Catarra, Cretarola e Lagatta. E proprio nell'allora sala consiliare ricavata all'interno della Casa del Mutilato di Piazza Dante, tre anni e mezzo fa, si tenne uno dei Consigli più “caldi” della legislatura di Centrodestra, col sit in dei lavoratori e dei sindacati. Non c'era ieri il vicepresidente Renato Rasicci, ed altri consiglieri subentrati in corsa nel quinquiennio: Pulcini, Amante, Cervella. “Stiamo morendo per asfissia, ci hanno ucciso, costringendosi a raschiare il fondo del barile. Ma continuo a ritenere un delitto la cancellazione di un ente riconosciuto dalla nostra Costituzione. Mi sarei aspettato, forse, una maggiore presa di posizione da parte dei sindacati in difesa del personale di via Milli...”, afferma Catarra nell'intervento di chiusura. Resta poi il tempo di un ultimo applauso, dei saluti, dei ringraziamenti al personale, alla giunta, al consiglio tutto e per quel "Forza Provincia di Teramo" finale del presidente Mauro Martino. Ultimo Consiglio della storia. Ultima foto di gruppo. Da oggi la Provincia di Teramo sarà rappresentata soltanto dal presidente Catarra e dai suoi assessori, in attesa di quelle elezioni di secondo livello che vedranno protagonisti eletti solo i sindaci o i consiglieri comunali delegati. Via Milli resta, ma con tutt'altro futuro. GUARDA IL VIDEO (CLICCA QUI) consiglio provinciale