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misuraca Oggi viene presentato il libro che il Presidente Vincenzo Misuraca mi ha dato la possibilità di scrivere insieme a lui e vediamo se questo racconto piacerà al pubblico; devo fare una premessa e dire che è stato scritto tutto da Enzo, io ho dato solo un mio piccolo contributo cercando di suggerire alcuni particolari con l’intento di dare un tocco più realistico alla storia narrata e credo di esserci riuscito. E’ stata per me un’inedita oltre che una bellissima esperienza e voglio ringraziare Enzo che coinvolgendomi ha fatto sì che la mia reclusione sia stata per diversi mesi meno dura. Le bozze che inviava a Viterbo riempivano intere giornate altrimenti passate a non fare nulla e, nel rispondergli, annotando le mie rettifiche, riuscivo ad evadere da quelle quattro mura immergendomi nella trama. Oltre a ringraziarlo devo però anche porgergli le mie scuse visto che l’ho trascinato fin dentro il carcere quando sono riuscito ad ottenere il permesso per farlo entrare ai colloqui al fine di definire gli ultimi accorgimenti. Scusami Presidè dello schifo che i tuoi occhi hanno dovuto vedere, ma era diventato ormai troppo difficile confrontarsi tramite le lettere o attraverso i “pizzini”, che uscivano di nascosto ai colloqui, e tu ne sai qualcosa. Ora sarà la critica dei teramani a dirci se abbiamo appassionato o annoiato il lettore, resta comunque il fatto che questo thriller contribuirà sicuramente a mantenere vivo il dibattito sul Nostro glorioso stadio comunale che, grazie agli ultras del Teramo ed ai cinquemila firmatari della mobilitazione referendaria, è stato sottratto ad una speculazione edilizia epocale. Per me questo aspetto vale tutto soprattutto alla luce della riconferma di colui che ostinatamente non capisce il valore storico e sportivo della casa naturale del Teramo Calcio. Nel libro viene sfiorato il tema “ultras” che meriterebbe sicuramente uno spazio maggiore, se non un libro a sè, e spero che con queste poche righe riusciremo ad alimentare un sana riflessione verso un mondo troppo spesso criminalizzato senza una benché minima conoscenza dello stesso. Nella pagina iniziale c’è la dedica al mio caro amico Francesco che troppo presto ci ha salutati e voglio condividere con tutti Voi il ricordo più intenso verso una persona che ha cambiato la mia vita dando il significato più profondo alla parola amicizia. Sentimento che a distanza di dieci anni è al centro della mia esistenza e che continua a farmi amare tutti coloro che oggi sono distanti da me fisicamente ma mai così vicini al mio cuore. Ultima cosa, qualcuno potrà pensare che adesso io mi voglia guadagnare la pagnotta scrivendo. Lo blocco subito dicendogli che non ho concordato con Enzo o la casa editrice alcun compenso o cose simili e qualora dovesse arrivare qualche briciola la utilizzerò per opere di solidarietà visto che da sempre ho un brutto rapporto con il denaro e le logiche di profitto. Nell’augurarVi una buona lettura, saluto tutti cordialmente. Oggi più di ieri “Giù le mani dal Comunale”! Davide Rosci