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Ergastolo con isolamento diurno per Perparim Hiseny, il ragazzo albanese di 23 anni accusato di omicidio volontario aggravato. Ben oltre la richiesta del pm Davide Rosati: a condannarlo è stata la Corte d'Assise di Teramo (presidente Giovanni Spinosa, a latere Roberto Veneziano) nelle scorse ore. La Corte ha condannato il 23enne all'ergastolo con isolamento diurno per un anno e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici. E il condannato non ha risparmiato un applauso irridente verso il pubblico ministero Davide Rosati alla lettura del dispositivo in aula, a Teramo. La sentenza di primo grado arriva dopo cinque ore di camera di consiglio e ha condannato il 23enne per la morte di Leven Ferra, 30 anni, la sera del 20 ottobre di due anni fa. I giudici hanno escluso la premeditazione. L'imputato ha sempre ripetuto che quella sera, davanti al bar MD di viale della Vittoria ad Alba Adriatica, era andato all'incontro con la vittima per fare pace. Versione mai accolta chiaramente dalla procura che ha sempre sostenuto la tesi del regolamento di conti tra due referenti di importanti gruppi albanesi inseriti sul territori e coinvolti in situazioni legate alla prostituzione e forse anche al traffico di droga. La vittiam, Ferra, quella sera si prende un colpi di pistola alla guancia e muore sul colpo: chi era con lui si scaglia contro il 23enne, ancora con la pistola in mano, e lo colpiscono con tre coltellate. Partono altri colpi di pistola che, fortunatamente, vanno a vuoto. Fugge a piedi, viene soccorso e trasferito, ormai in coma, in ospedale. Che a sparare fosse stato lui è confermato non solo dalle testimonianze ma soprattutto dalla prova del guanto di paraffina. Anche per la Corte d'Assise di Teramo è lui l'assassino da condannare all'ergastolo.