Simone Santoleri, 47 anni, ha tentato il suicidio in carcere ingerendo dei farmaci, ma la notizia si è appresa solo ieri, a distanza di tre giorni da quando è accaduto.
Simone martedì si sarebbe sentito perso alla notizia del trasferimento. Dopo aver ingerito i farmaci, sono stati i detenuti a dare l'allarme, poi l'arrivo del medico di guardia e la corsa all'ospedale di Pescara dov'è ancora ricoverato: sta meglio. Dalla sua parte, oggi, oltre al difensore c'è anche il garante dei detenuti che annuncia azioni per chiedere formali spiegazioni su quanto accaduto, dopo che proprio lui, vista la situazione, aveva rafforzato la sorveglianza per Simone.
È accusato con il padre Giuseppe, 71 anni, di aver uccido la madre, la pittrice teatina Renata Rapposelli, che era partita da Ancona, dove viveva, ed era andata nella loro casa di Giulianova a chiedere i soldi degli alimenti che da tempo le venivano negati dal suo ex. Questa richiesta, secondo l'accusa, avrebbe fatto scoppiare un litigio tra madre e figlio finito nel sangue. Padre e figlio sono stati condannati in primo grado a 24 e 27 anni.