Perché non sono aperti gli impianti di risalita dei Prati di Tivo? Lo chiede a tutti gli enti, a cominciare dai sindaci di Pietracamela e Fano Adriano, alla Provincia e alla Regione, Pasquale Iannetti, guida alpina. L’opinione pubblica continua a sentire i proclami del Presidente della Provincia di Teramo e bisogna mettere fine a questa pagliacciata a cui stiamo assistendo, si legge nella nota.
Il bravo Presidente Di Bonaventura lo sa che stazione di pompaggio è fuori uso? Che le tubature sono tutte deteriorate e, cosa più importante, che ai Prati di Tivo non c’è alcuna possibilità di prelievo?
Iannetti chiede alla provincia di sapere se è vero che sono stati fatti tutte le manutenzioni agli impianti ed il motivo per il quale la Provincia di Teramo ha pagato le bollette dell’energia elettrica (130 mila euro) consumata dal signor Marco Finori?. Tante domande che Iannetti rivolge alla Provincia e alla Regione e che forse, scrive, non troveranno alcuna risposta.
la lettera:
al Sindaco del Comune di Pietracamela
al Sindaco del Comune di Fano Adriano
al Presidente dell’ASBUC di Pietracamela
al Presidente dell’ASBUC di Intermesoli
p.c. al Presidente della Regione Abruzzo
p.c. al Presidente della Provincia di Teramo
p.c. al Presidente della Camera di Commercio di Teramo
p.c. al Liquidatore della Gran Sasso Teramano
Oggetto. Perché non sono aperti gli impianti di risalita dei Prati di Tivo?
Torno a sottoporvi una questione di vitale importanza per il nostro territorio e che, come amministratori della cosa pubblica comunale, vi riguarda e vi compete dover affrontare con urgenza. Mi riferisco ovviamente alla mancata apertura degli impianti sciistici dei Prati di Tivo. L’opinione pubblica continua a sentire i proclami del Presidente della Provincia di Teramo e bisogna mettere fine a questa pagliacciata a cui stiamo assistendo. - Abbiamo letto nei mesi scorsi sui giornali con cadenza settimanale le varie promesse da marinaio del Presidente della Provincia di Teramo, Diego Di Bonaventura. - Abbiamo assistito all’inutile ricollocazione di nove dei dodici ObbellX che fra qualche mese dovranno essere di nuovo riportati a valle. - Abbiamo assistito alle prove tecniche delle attivazioni degli ObellX dell’11 gennaio 2022 senza che venisse attivata nessuna delle misure precauzionali sulla sicurezza pubblica previste dal P.I.D.A.V. - Abbiamo assistito imperterriti all’inutile acquisto da parte della Provincia di tre nuovi ObellX per 330 mila euro; al riguardo faccio presente che gli stessi non potrebbero mai essere ricollocati se non vengono di nuovo realizzate le tre piattaforme di base. - Abbiamo visto cifre da capogiro per manutenzioni vere o fittizie sulle seggiovie, sulla seggio-cabinovia e sui battipista. Tutta la documentazione sarà a breve trasmessa alla Procura della Repubblica della Corte dei Conti. - Siamo rimasti sgomenti nel leggere la delibera della Provincia n. 207 del 29.12.2021 (allegata) in cui si decide di acquistare altri produttori di neve (cannoni) e di illuminare i sentieri della montagna. Ma il bravo Presidente Di Bonaventura lo sa che stazione di pompaggio è fuori uso? Che le tubature sono tutte deteriorate e, cosa più importante, che ai Prati di Tivo non c’è alcuna possibilità di prelievo dell’acqua in quanto il bacino della società S.E.A. non è più utilizzabile? - Abbiamo assistito al balletto delle bollette dell’energia elettrica degli impianti di risalita e a tale proposito riporto quanto si leggeva sul quotidiano il Centro del 27 gennaio 2022: “finalmente l’energia elettrica era stata riattivata e che il gestore Finori aveva effettuato tutte le manutenzioni necessarie per il buon funzionamento degli impianti e che mancavano solo i collaudi ma che non era possibile aprire se non si aggiorna il piano degli interventi anti-valanga.” le domande sorgono spontanee e vi chiedo: a) è vero che sono stati fatti tutte le manutenzioni agli impianti? b) è vero che è stata avanzata la richiesta alla Regione di effettuare i collaudi? c) perché a Provincia di Teramo ha pagato le bollette dell’energia elettrica (130 mila euro) consumata dal signor Marco Finori? (allegata la delibera n. 2165 del 23.12.2021) Purtroppo è molto difficile dare una risposta a questi interrogativi perché stiamo vivendo in uno stato di regime e non di democrazia. A mio avviso è ora che si faccia una vibrante azione di protesta e che si mostrino i muscoli a quelli che detengono i fili di questo ignobile spettacolo di “pupari”. Facciamo vedere al bravo Presidente Diego Di Bonaventura che non siamo proprio quattro scemi, come troppo spesso ama definirci. L’ASBUC, a mio avviso, dovrebbe inviare una lettera di “Diffida ad adempiere” al Liquidatore della società Gran Sasso Teramano, in quanto non è stato rispettato quanto contenuto nel contratto firmato l’8 novembre 2021, avvertendolo che se non provvede alla riapertura immediata degli impianti si procederà alla revoca della concessione dell’uso dei terreni per “inadempienza contrattuale”. L’articolo 8 del contratto recita testualmente: Il mancato rispetto da parte del concessionario di uno degli obblighi assunti con il presente contratto è causa di risoluzione dello stesso. Il Sindaco del Comune di Pietracamela dovrebbe intraprendere una “Class Action, ovvero un’azione di risarcimento per i danni e per l’immagine distorta che la località tutta sta subendo.” In questo caso il Comune, essendo “Parte lesa” si deve costituire in giudizio per difendere gli interessi della Comunità tutta, fortemente penalizzata dalla mancata riapertura degli impianti di risalita. Faccio inoltre un’altra considerazione che può sembrare utopica, ma, al contrario, è molto realistica. Analizziamo la situazione di Prato Selva: Il Comune di Pietracamela e quello di Fano Adriano, in più occasioni, hanno manifestato la volontà di acquistare le proprietà della Gran Sasso Teramano; ma vediamo che cosa andrebbero ad ottenere. A Prato Selva c’è la seggiovie dell’Abetone fuori uso e se non verrà sostituita ovviamente anche quella della Ginestra, che fra l’altro ha bisogno di molte manutenzioni, non avranno alcun valore. Il battipista e la motoslitta sono da rottamare e l’albergo avrebbe bisogno di tante di quelle ristrutturazioni che sarebbe più logico abbatterlo e ricostruirlo. In pratica il Comune di Fano Adriano acquisterebbe un cumulo di macerie. Il Sindaco Luigi Servi dovrebbe invece diffidare ed intimare alla società Gran Sasso Teramano di rimuovere la seggiovia dell’Abetone, quella della Ginestra e portare via tutte le attrezzature. Analizziamo adesso la situazione ai Prati di Tivo. Il Comune di Pietracamela ha manifestato l’interesse per l’acquisto delle proprietà della Gran Sasso Teramano dei Prati di Tivo ovvero, la seggiovia del Pilone, la seggiovia quadriposto, i due battipista, le motoslitte ed un impianto di innevamento artificiale mobile. Visto che la Gran Sasso ha mostrato i muscoli e ci sta prendendo in giro, adesso è il Comune e l’ASBUC di Pietracamela che dovrebbero fare un passo deciso. La Gran Sasso Teramano non ha rispettato le norme contrattuali e pertanto la concessione per l’uso dei terreni è scaduta e pertanto dovrebbero intimare alla Gran Sasso Teramano la rimozione delle due seggiovie e di tutte le attrezzature, in quanto non hanno più il titolo concessionario. Visto l’inerzia ed il modo provocatorio della Provincia di gestire la seggio-cabinovia, il Comune e l’ASBUC di Pietracamela dovrebbero intimare alla Provincia di rimuovere l’intero impianto della seggio-cabinovia, visto che il bravo Presidente Di Bonaventura, tempo fa, dalle pagine di un giornale ha tuonato che “se mi non mi fanno aprire la seggio-cabinovia la smonto e la porto a Monte Piselli”. Questa non è utopia e, se vogliamo uscire dal tunnel, non abbiamo altre scelte. Certo, per Prati di Tivo sarebbero anni duri, ma anche quelli che sta vivendo non sono certo facili e, con degli investitori seri, si potrebbe realizzare una seggiovia quadriposto in sostituzione della seggio-cabinovia che ha, fra l’altro, dei costi di gestione proibitivi e con una sola seggiovia a due posti si potrebbe coprire l’area attualmente occupata dalle due seggiovie. Un tapis roulant potrebbe sostituire il vecchio skilift baby, servendo così l’hotel Miramonti. Facendo in questo modo, dopo un paio di anni, si potrebbe rivedere il sereno con una società seria che gestisca gli impianti e non vedere affidare beni pubblici a gestori inaffidabili. Quindi, per concludere, tanto vale allora che la società Gran Sasso Teramano fallisca e che si riesca a mettere la Provincia e la Gran Sasso Teramano alla porta. Mi auguro che questo sasso provochi qualche effetto nelle acque chete del pantano dei Prati di Tivo. Vi ringrazio per l’attenzione, restando in attesa di un gradito cenno di riscontro.
Molto cordialmente Pasquale Iannetti