La lega tace. Jwan tace. E nel profluvio, anche eccessivo, dei commenti alla più inutile delle elezioni italiane, quella di secondo livello per la formazione di un governo provinciale, quel silenzio pesa. E parla. Parla di una Lega totalmente insoddisfatta, dalle deleghe assegnate al Sindaco di Giulianova, ma soprattutto da quella mancata vicepresidenza, che i salviniani avevano rivendicato senza giri di parole. Del resto, è per questo che Diego Va-lentino Di Bonaventura ha aspettato 66 giorni, no? Per trovare una quadra che accontentasse tutti, e in primis la Lega e Jwan, che tra poco più di sei mesi sarebbe potuto diventare presidente, visto che Va-lentino chiuderà il suo periodo storico. Adesso, però, nulla è più sicuro, tranne la rabbia della Lega. Che non ha digerito deleghe e trattamento. Jwan non parla, non può, dice che il commento spetta al coordinatore D’Eramo, ma D’Eramo non commenta. Per ora. E non è segno positivo, perché in politica il silenzio non vale assenso, ma vale preparazione alla contromossa. Le deleghe assegnate al sindaco di Giulianova, ovvero l’urbanistica, il dimensionamento e la pianificazione della rete scolastica (ma senza l’edilizia); il progetto del IV Lotto della Teramo-Mare, i progetti dello sviluppo costiero (ma senza Pnrr), turismo e grandi eventi, sanno davvero di deleghe di seconda fasciq, certo non di terza come quelle riservate a Luca Corona, che ha la simpaticissima delega ai rapporti con la città capoluogo, oltre alla Polizia Provinciale, ambiente, protezione civile e sport. Ovvero, quasi nulla. Ma Corona è felice, e ringrazia come se fosse entrato in Parlamento, chissà che non offra anche una porchetta a Villa Pavone/Colleatterrato. Ringrazia Pavone, che si è preso un paio di deleghe “toste”, come l’edilizia scolastica e la Torre di Cerrano. Ringrazia Frangionj, con un post che sembra un dopo Sanremo, mancano solo i cugini di quarto grado, ringrazia ovviamente Luzii, con un post che non gli ha scritto Francia, non ringrazia Cardinale, che è un uscente quindi ha un atteggiamento di distacco, e non ringrazia Di Lorenzo, ancora giustamente preso dalla nascita della figlia. Insomma, per ora finisce qui ma non finisce qui. La Lega tace, D’Annuntiis gongola, perché è lui il vero vincitore. Per ora. Resta solo una domanda: sessantasei giorni per una scelta che avrebbe potuto fare due ore dopo le elezioni, perché? Anzi, per essere più chiari: cosa ha promesso Fratelli d’Italia a Di Bonaventura, che presto non sarà più presidente e, poco dopo, neanche più sindaco di Notaresco?