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Questa mattina, a mezzogiorno, il sindaco Gianguido D'Alberto e il vescovo di Teramo e Atri: Lorenzo Leuzzi hanno accolto con un saluto i primi profughi della comunità ucraina già arrivati sul nostro territorio e per i quali è stata già completata la fase di prima sistemazione.

Nella sede della Caritas Diocesana, che al momento si è occupata della loro sistemazione, diciannove tra donne, madri, nonne e bambini con meno di dieci anni, fuggiti dall'Ucraina, sono stati accolti dal personale della Caritas, con il direttore Don Enzo Manes, omaggiati di una rosa bianca da parte del primo cittadino e di alcuni giocattoli.

Le donne hanno raccontato le loro storie di fuga dalle città dell'Ucraina, del lungo viaggio in macchina per arrivare a Teramo tramite i loro contatti, dei mariti e dei padri rimasti a combattere, dell'accoglienza soprattutto delle famiglie teramane e delle connazionali che già vivono e lavorano in città. Della sistemazione in pensione, della vaccinazione già eseguita e della scuola per i loro figli. Il vescovo e il sindaco hanno rassicurato i profughi, con l'auspicio di una pace immediata, ma con la promessa che nessuna di queste famiglie verrà lasciata sola fino a quando ce ne sarà bisogno.

L'incontro è avvenuto proprio in occasione della giornata in cui tutte le città europee sostengono l'Ucraina per un grande e unico messaggio di pace.

Ed oggi gli alunni della scuola secondaria di primo grado Giovanni XXIII hanno vissuto un'altra giornata significativa sul piano sociale e civico, che ha dato concretezza ai valori di solidarietà e accoglienza (le foto si riferiscono a questo incontro). Dopo la consegna simbolica, al sindaco del comune di Teramo Gianguido D'Alberto, dei beni raccolti per i profughi Ucraini, alcuni alunni hanno replicato il flash mob di ieri per la pace; infine il sindaco si è trattenuto con gli studenti, con i docenti, con la preside Adriana Pisciella e con la Presidente del Consiglio d'istituto Lorena Sistilli nell'Auditorium della scuola, per riflettere insieme sull'articolo 11 della nostra Costituzione, sul ripudio di ogni guerra e sulla necessità di perseguire sempre e comunque la pace.