Antonio Straccialini morto in un paradiso dei Caraibi, nelle acque cristalline di San Andrés, in Colombia, attaccato da uno squalo tigre mentre nuotava in una zona nota come La Piscinita era di Roseto degli Abruzzi dove in passato è stato istruttore di nuoto e dove vivono la madre e la sorella insegnante. È stata la sorella a ricevere la notizia della morte di Antonio, avvenuta venerdì attorno a mezzogiorno in uno dei posti più belli per una vacanza da sogno. Antonio era in vacanza, come intendeva lui il relax, cioè vita all'avventura senza orari e pochissimo bagaglio, scrive Il Messaggero stamattina. Da anni Antonio era lontano dall'Abruzzo. Dal 2000 aveva come base l'Australia. La notizia viene riportata da tutti i quotidiani non solo italiani.
L'amico di Roseto, Attilio Verrigli racconta al Messaggero che lavorava a «Sydney in un grande ristorante come cameriere per sei mesi l'anno, poi andava in giro per il mondo, era stato anche in Myanmar, ogni tanto mandava qualche foto. Lo preparai io quando nel 1993 camminò per 24 ore di seguito e fece un'impresa da Guinness».
«Voleva entrare nel Guinness dei primati per la seconda volta, girando tutto il mondo a piedi - racconta l'ex cestista Renato Tassoni -. Gli mancavano due tappe, diceva, tra cui l'America Latina, che stava finendo, mentre aveva già fatto Africa, Europa e Asia». L'ambasciata d'Italia a Bogotà sta seguendo la vicenda ed è in contattato con i familiari per il rimpatrio della salma.
Antonio Straccialini, 56 anni, per tutti Tonino, fisico atletico, diplomato Isef all'Aquila, grande camminatore tanto da essersi guadagnato un primato nel Guinness per un'impresa a piedi nel suo Abruzzo nel 1993.