E' morto a causa del morso di un cane. Del suo cane. Era di Nepezzano, Antonio "Tonino" Procacci, aveva 54 anni ed era conosciutissimo. Era una brava persona, un grande lavoratore, divideva il suo tempo tra il lavoro in fabbrica l’Alfagomma, e quello nell’azienda agricola di famiglia. Ed è stato proprio lì, in quella azienda, che il suo cane, qualche tempo fa, l’ha morso. Niente di grave, non era una ferita profonda, poco più di un graffio, quindi Procacci si è limitato a curarla, come si fa sempre in questi casi, senza andare al Pronto Soccorso. Però, il caso ha voluto che quella non fosse solo una ferita come tante, visto che ha provocato un’infezione che ha scatenato una setticemia gravissima, pochi giorni dopo il morso. Portato in ospedale, Procacci è stato sottoposto per settimane a tutte le cure del caso, compresa l’amputazione delle gambe, ma ormai era troppo tardi. Il quadro clinico è peggiorato, complice anche la mancanza della milza, asportata anni fa per un banale incidente casalingo, fino al decesso. A provocare l’infezione e la morte, secondo i medici, è stata con ogni probabilità una setticemia da contagio del batterio Capnocytophaga canimorsus presente nella saliva del cane. Certo, pur senza polemica, perché non servono polemiche in casi del genere, c'è chi, tra gli affetti più cari, sottolinea come nessuno, dopo l'operazione alla milza, abbia spiegato ad Amtonio Procacci come dovesse comportarsi e quli fosssero i rischi, anche magari in presenza del morso di un cane. Nessuno, nel dimetterlo dall'ospedale, gi aveva spiegato quanto importante fosse ogni piccola ferita.