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PALAZZOPODESTASabato 30 agosto 1941. Vincenzo Di Nanna allora podestà dell'Aquila dinanzi a Palazzo Leone, da lui progettato con Mario Gioia nel 1933.
Sahariana bianca del partito fascista (estiva). Pantaloni neri alla zuava.
S'inaugurava una fiera di grande richiamo attinente al settore rurale tenutasi dal 30 agosto al 3 settembre al Parco del Castello. Nelle insegne "Gli eserciti si perfezionano combattendo così avviene dell'esercito rurale italiano" (M).
La retorica di stampo fascista, fatta di slogan e ordini alle masse è ancora imperante. Su quella sicumera tuttavia si addensano oscure nubi. Si apprestano dei rovesci. Vi sono squarci di ottimismo, ma non più incontrastato. Balli e canti esorcizzano un'inquietudine che s'insinua nelle granitiche certezze di un luminoso futuro. I pilastri su cui riposa la serenità si stanno erodendo, ma al momento le crepe non appaiono ancora vistose. È purtuttavia ancora estate, la stagione ancora non è finita. Ci si può godere ancora quel sentimento ebbro di grandezza.
Sul teatro bellico la Germania raggiungeva Kiev appena 9 giorni prima, e già dal 15 l'Ucraina era conquistata. In Ucraina il nazismo trovò un fertile terreno per i propri scopi. Si unirono volontariamente alle Einsatzgruppen qualcosa come 250mila nativi ucraini per procedere allo sterminio di qualcosa come un milione e seicentomila ebrei. I tedeschi che hanno partecipato all'eccidio in confronto erano solo 15mila. La modalità sono atroci.
Qui il palazzo non aveva già più il colore classico dello stile littorio, rosso pompeiano, ripristinato nel luglio 2015.
Negli anni Cinquanta vi venne aggiunto un livello, alterandone la forma e creando uno squilibrio con la prospiciente Casa del Combattente di Achille Pintonello.
Si confrontino le foto d'epoca con la foto attuale. In origine nella parte superiore vi era un unico terrazzo.
Le prospettive dall'alto sono da Casa del Combattente. In una si nota un terrazzo del Palazzo Leone.

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Palazzo Leone è di stampo prettamente razionale, senza muri portanti, con facciata libera e finestre a nastro a sviluppo orizzontale. Il tetto sgombro consentiva anche l'eventuale collocazione di vegetali.
Si tendeva a considerare i due palazzi che danno accesso al centro come gemelli. Ma in realtà differiscono. Palazzo Leone è ancora più schiettamente razionalista. Gli aspetti chiave del razionalismo qui assurgono a grande purezza e il palazzo è sicuramente da considerarsi un gioiello, tradito però dalla superfetazione perpetrata nel dopoguerra.
Il prospiciente palazzo denominato Casa del Combattente, è un progetto dell'architetto romano Achille Pintonello. Questi ha firmato l'importante fabbricato viaggiatori della Stazione Termini (suo capolavoro) così come il progetto strutturale dello stadio Olimpico (già stadio dei Cipressi). La famiglia Di Sabbato, committente del Palazzo Leone, desiderò affidare la costruzione a Vincenzo Di Nanna, e non ad Achille Pintonello.
Il palazzo è un condensato di forme pure, che rivengono da profondo studio o da candida intuizione. Si osservino le modanature marcapiano che si aprono, si aggettano a formare i terrazzini. Il tutto è così naturale che quasi non ci si fa caso. Le ampie finestre a nastro consentono una maggior trasparenza, pervietà all'ambiente esterno rispetto al palazzo di Pintonello, così come al coevo albergo di Campo Imperatore di Vittorio Bonadè Bottino, artefice del comprensorio sciistico del Sestriere, così come dello stabilimento Fiat Mirafiori, e altro.
Paolo Di Nanna