Domani, mercoledì 6 aprile alle ore 10,00, dopo il saluto della attiva Dirigente scolastica Loredana Di Giampaolo , il magistrato Giovanni Cirillo, il giornalista Antonio D'Amore e l’avvocato Tommaso Navarra ricorderanno le figure e l’azione dei giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino. E’ questo il primo di una lunga serie di 15 appuntamenti organizzati negli Istituti superiori abruzzesi dal Premio Paolo Borsellino, e dal distretto abruzzese dell’Associazione nazionale Magistrati, per il XXX anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio. Anche questo appuntamento – come tutti – sarà ripreso integralmente e messo a disposizione dalla piattaforma educativa del Premio Borsellino sul proprio canale YouTube.
Nel XXX Anniversario delle stragi di Capaci e via D’Amelio, in ricordo di Giovanni Falcone, Paolo Borsellino, Francesca Morvillo, Vito Schifani, Rocco Dicillo, Antonio Montinaro, Agostino Catalano, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina, Carlo Traina, Emanuela Loi, è importante ricordare che il 23 maggio e il 19 luglio sono due date incancellabili per tutti gli italiani. La memoria delle stragi di Capaci e via D’Amelio sono profondamente incise nella storia Repubblicana e fanno parte del nostro incancellabile patrimonio civico. Stragi che hanno segnato la morte di valorosi servitori dello Stato, ma anche l’avvio di una riscossa morale e un risveglio delle coscienze con l’apertura di un nuovo orizzonte di impegno, grazie alla risposta dello Stato accompagnato dal protagonismo di associazioni, di giovani e di appassionati educatori. La scelta di celebrare il primo appuntamento teramano per l’anniversario delle stragi mafiose al liceo classico “Delfico” con uno dei più importanti magistrati abruzzesi da 20 anni vicino al Premio Borsellino e un avvocato noto per l’impegno civile che del Premio è stato un simbolo, è stata fatta perché questa scuola rappresenta uno straordinario presidio di legalità e cittadinanza responsabile .
Crediamo infatti sia decisivo unire il ricordo delle vittime innocenti di mafia con l’impegno educativo nel contrasto alla criminalità organizzata, che – come dicevano tutti i grandi protagonisti della lotta alla mafia, da Chinnici a Falcone e Borsellino – non può essere delegata solo alla magistratura o all’azione robusta, efficace e generosa delle Forze di Polizia, ma come scriveva Paolo Borsellino “La lotta alla mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti , e soprattutto i giovani, a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità.”