TERAMO - di MASSIMO RIDOLFI - Mentre osservo il Maestro Sandro Melarangelo alle prese con gli ultimi interventi di restauro di un suo murale del 1978, "Le porte per il lavoro nell'alta valle del Vomano", il mio pensiero non può non andare a quei momenti di lotta, ai diritti conquistati e a come tutto ora sia andato quasi completamente perduto, a come oggi il lavoratore sia stato catapultato indietro di cento anni, dentro la preistoria del diritto del lavoro, a un momento prerivoluzionario, vale a dire in questa nostra contemporaneità dove il lavoro e l'operare dell'uomo non sono più azioni del costruire ma brutali strumenti del Capitalismo a mero servizio del Capitale. Osservo il lavoro del Maestro presso il palazzo dell'ex Banco di Napoli, ex sede della Camera del Lavoro della CGIL, oggi sede dell' Azienda per il Diritto agli Studi Universitari (ADSU), dove si accede dal civico 73 di Via Melchiorre Delfico (...e al quale ieri è stata dedicata la puntata di File curata da Paola Peluso, in streaming su www.Rpiunews.it,) Quando tra i personaggi ritratti nel murale riconosco Giuseppe Di Vittorio (1892 - 1957), il Maestro è mosso da commozione e mi indica Luigi "Tom" Di Paolantonio(1921 - 1976), storico segretario della CGIL di Teramo - italoamericano nato a Filadelfia da Michele e Rosa Anita Feliciani, emigrati a inizio secolo da Teramo alla volta degli Stati Uniti -, protagonista delle lotte operaie che interessarono, dal 1949 al 1953, l'area dell'alto Vomano, animate dagli uomini impegnati nella costruzione degli impianti idroelettrici tutt'oggi funzionanti, cui il lavoro pittorico è dedicato: Di Paolantonio è la figura con il completo verde al centro del murale, che a sinistra ha, appunto, una immagine di Di Vittorio. Al termine del lavoro di restauro, io e il Maestro passiamo ancora del tempo assieme per il centro storico osservando i lavori di Fabrizio Sannicandro in fase di allestimento, parlando dell'inizio dei lavori di recupero del Teatro Romano e della Battaglia di Bosco Martese - e qui ancora più prezioso perché mi conferma alcune circostanze capitali della vicenda, raccolte dai testimoni diretti dei fatti, e parte del mio ultimo lavoro drammaturgico, dove ho scritto per la scena il racconto della prima azione di guerra partigiana della Resistenza italiana, che avvenne appunto a Bosco Martese il 25 settembre del 1943. Il Maestro Sandro Melarangelo rappresenta un capitale impareggiabile per la Storia della nostra città, fonte inesauribile di Conoscenza, di Vita e di Lotta.