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Come in molti sapranno, a Teramo è stato arrestato un professore di un istituto superiore, accusato di molestie sessuali su tre studentesse di 14 e 15 anni.

La vicenda è ancora ai suoi primi sviluppi e, se per sensibilità evitiamo di commentarla nei dettagli prettamente processuali, ci sentiamo di dire la nostra su alcune questioni che il fatto, inevitabilmente, solleva.

In questi giorni è sembrato di risprofondare ai tempi di "processo per stupro" e constatiamo, ancora una volta, che le cose da allora non sono cambiate molto.

Le dichiarazioni della difesa, come riportate dalla stampa locale, sono, a nostro avviso, fuorvianti e pericolose.

Paragonare i giorni nostri ad un periodo di oscurantismo religioso è una evidente forzatura a beneficio di giornali e siti: una chiara ricerca di clamore.

Ciò che questa forzatura causa, ridicolizzando la storia, è la delegittimazione delle vittime, parte di un'antica consuetudine del patriarcato.

Una consuetudine che zittisce le donne e schiaccia le più giovani nel silenzio insegnandogli che questo mondo non appartiene a loro.

Uscire pubblicamente con toni accusatori e denigratori non fa altro che privare di dignità e credibilità le ragazze che hanno denunciato. 

Questi toni e questa narrazione portano la società ad empatizzare con l'accusato e se ancora una volta la stampa locale ha deciso di solidarizzare con il docente dando spazio in prima pagina a titoli "sensazionali" per vendere copie o per accaparrare like, ci auguriamo che i lettori non si limitino a spiccioli commenti, come in molti hanno dimostrato in tempi recentissimi in un caso simile.

Le parole della difesa appaiono un evidente passo indietro nella lotta dei diritti di tutte e tutti.

In una società giusta non è necessario attaccare la vittima per difendere l'aggressore.

A maggior ragione se la difesa è affidata ad un certo Di Nanna, che proprio qualche mese fa ha deciso di difendere uno dei militanti di Forza Nuova accusato dell'assalto alla CGIL a Roma.

Ancora una volta fascismo e patriarcato vanno a braccetto e ci sembrano le facce di una stessa medaglia.

I giudici decideranno sul delicato caso di molestie, oltretutto su delle minorenni, ma questa sporca narrazione non la accettiamo.

La cultura dello stupro è violenza!

La COLPEVOLIZZAZIONE DELLA VITTIMA è violenza!

Collettivo Malelingue

Casa del Popolo Teramo