E alla fine, venne il giorno del sacrificio delle colombe. Dopo il pranzo di Pasqua, a degno coronamento della festa, ho celebrato il rito del confronto.
Tra Niko e Carlo.
Tra Romito e Cracco.
Tra Colomba e Colomba.
Ma, prima di tutto, le presentazioni, affidate alle parole stesse degli shop on line dei due chef.
Nell’angolo sinistro, la scatola bianca in stile minima di Niko Romito, con la sua «Colomba classica, preparata con una lavorazione artigianale lunga tre giorni, con tre lievitazioni progressive e materie prime selezionatissime: farina di grano tenero e lievito madre, uova, vaniglia Bourbon, burro, miele di sulla, mandorla biologica italiana, pasta di scorza di arancia e gocce di cioccolato. La Colomba ha una lavorazione lenta che assicura un prodotto dalla pasta soffice e ricca di aromi naturali”». 1 kg, 45 euro + 9,90 di spedizione.
Alla destra, l’elegante scatola “portapaste” a stampa oro di Carlo Cracco, con la sua «Colomba al cioccolato, l'originale e gustoso dolce pasquale, rivisitato per crearne una versione ancora più golosa al cioccolato Al suo interno dolci arance e albicocche candite di Agrimontana: l'impasto soffice ed avvolgente che riporta alla memoria il sapore della Colomba Classica. Solo ingredienti che rispettano la ricetta originale di un grande dolce della nostra tradizione». 1 kg, 48 euro + 9,80 di spedizione.
E adesso, la sfida,
Sul packaging, le due scelte differenti, ma che rispecchiano perfettamente anche l’impostazione dei due brand, sono egualmente apprezzabili, così come i tempi di consegna rispettati alla perfezione e l’integrità del prodotto. Temevo, infatti, che quella di Cracco potesse arrivare con carapace cioccolatoso (sì lo so che le colombe non sono tartarughe, ma rende…) semidistrutto dal viaggio, invece era perfettamente integro.
Già, la cioccolata.
Avrete notato che la sfida, per certi versi, non è “alla pari”, visto che di Romito ho ordinato la colomba classica e di Cracco quella al cioccolato, ma volevo che il confronto fosse sull’esperienza in generale, sull’emozione, sulle sensazioni… quindi ho cercato di non lasciarmi condizionare dal suddetto carapace.
Ho lasciato che fosse la gola a dialogare con il cervello, non il contrario.E ha vinto Niko.
Senza dubbi.
Senza incertezze.
Si tratta, va detto, di due prodotti di altissimo livello, con ingredienti selezionati, una lavorazione davvero ai limiti dell’artigianato, una certosina attenzione ai tempi della lievitazione, fino a sviluppare una maglia glutinica praticamente perfetta, con un dosaggio delle farciture che sembrava millimetricamente calcolato, tanto da restituire ad ogni boccone un concerto di sapori.
Ma ha vinto Niko.
Senza dubbi.
Senza incertezze.
Anche se il cioccolato di Cracco, quello dell’ormai noto carapace, era pregevole, per qualità e - vivaddio - per quantità, con qualche estasiante accumulo nelle pieghe delle ali, con una riuscitissima simbiosi tra l’impasto della colomba e il cioccolato e tra il cioccolato e i canditi che sapevano di aranceti assolati e terre sagge.
Ma ha vinto Niko.
Senza dubbi.
Senza incertezze.
Perché la Colomba di Romito sta a tutte le altre colombe, come il Bernabeu sta al campetto sotto casa, come un film al cinema sta ad un film sul telefonino, come un incipit di Gabo Marquez sta al cicalino dell’orologio alla radio, come Cyrano sta a Putin, come il piacere sta al dolore.
Non è una colomba, è un archetipo.
Tutto accade in un attimo, al primo assaggio.
Gli umori della colomba romitiana, che non sono l’artificiale aggiunta di un’umidità imposta, ma il trasudare spontaneo di un impasto che si impone di mantenere una fragranza incredibile, pur senza perdere leggerezza né cedere sulla pretesa di non confondere i sapori, lasciando percepibile finanche l’eco leguminosa del miele di sulla, fino a consegnarci un’esperienza che va molto, ma molto oltre l’attimo dell’incontro col palato. La colomba di Romito è una sinfonia di retrogusti che si rincorrono, regalandoti per ore sensazioni rivissute ma anche nuove, fino a costringerti (e non lo dico a caso) ad un nuovo incontro.
Ha vinto Niko.
Senza dubbi.
Senza incertezze.