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WhatsApp_Image_2022-04-24_at_17.30.07.jpegWhatsApp_Image_2022-04-24_at_17.52.02.jpegSchermata_2022-04-24_alle_17.22.13.pngDi fronte alla terribile guerra che sconvolge il cuore dell'Europa e le nostre coscienze, con l'aggressione russa che devasta l'Ucraina in Italia pare che il principale problema non siano le armi, o l'aumento delle spese militari, sembra invece che siano diventati i pacifisti, con gli interventisti da divano che da giorni sui giornali e nei talk se la prendono con quelle decine di migliaia di persone che stanno marciando nelle strade dell'Umbria. I pacifisti, quei nemici da additare ogni giorno in una nuova lista di proscrizione. Per questo la risposta che viene da ASSISI è potente: con i pacifisti che rappresentano ancora una volta la migliore soluzione contro le violenze e la cultura della guerra". Lo afferma il segretario nazionale di Sinistra italiana Nicola Fratoianni dopo aver partecipato alla marcia Perugia-ASSISI.

"L'obiettivo e' quello di arrivare al piu' presto al cessate il fuoco e arrivare a e trattative che siano il segno di una pace duratura e da Assisi e' partito questo messaggio e noi, come Pd, siamo qui" ha aggiunto Verini, spiegando poi che "la finalita' come detto e'
comune ed quella di arrivare alla pace, poi i ruoli e le responsabilita' tra le associazioni pacifiste e il governo sono
diversi. Ci sono da fare delle scelte che non sono sempre facili e interrogano le nostre coscienze e a volte confliggono con
quello che uno vorrebbe".  "Penso che la sintesi giusta l'abbia fatta ieri il presidente Mattarella. Oggi occorre aiutare chi resiste all'oppressione. In gioco non c'e' solo la sopravvivenza di un popolo ma la liberta' e la democrazia di tutta Europa" ha concluso Verini.

Alla marcia c'era anche il Rettore dell'Unite Mastrocola, il Comune di Roseto degli Abruzzi con il gonfalone e la consulta degli studenti della provincia di Teramo (Giulia D'Amore, Giada Faragalli e Lorenzo Di Vittorio).

ASCOLTA IL RETTORE MASTROCOLA QUI

 

QUI IL DOCUMENTO FIRMATO OGGI DAI RAPPRESENTANTI DELLA CRUI:

 

Generiamo una cultura di pace positiva

 

“Dal momento che la guerra ha inizio nelle teste degli uomini è nella mente degli uomini che bisogna costruire le difese della pace”. (Atto costitutivo dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura, 1945)

 

L’invasione russa dell’Ucraina e la sua drammatica escalation ci costringe ad uno sforzo comune per fermare la guerra. Mai come oggi dobbiamo sentirci tutti impegnati nella difficile ricerca della via della pace.

Contro la cultura della morte cresciuta assieme alla globalizzazione dell’indifferenza e della cultura dello scarto, per arginare la crisi valoriale, lo scetticismo e la rassegnazione che minacciano anche i più giovani, per evitare che la spirale della violenza abbia il sopravvento in un mondo interdipendente lacerato da crescenti tensioni e conflitti, è necessario generare e diffondere una cultura che contribuisca realmente a generare “pace”.

La pace non è solo assenza di guerra (pace negativa). La pace è vita. E la cura della vita è pace. Cura è dunque il nuovo nome della pace. Aver cura vuol dire avere a cuore. Ogni atto di cura, per quanto piccolo, contribuisce alla costruzione della pace.

La pace positiva è dunque un modo di vivere insieme agli altri, nel rispetto della dignità e dei diritti umani di ciascuno, in armonia con la natura, gli animali e l’ambiente che ci circonda.

La pace positiva è “un ordine sociale e internazionale nel quale tutti i diritti umani possano essere pienamente realizzati per tutti gli uomini e tutte le donne” (articolo 28 della Dichiarazione Universale dei diritti umani). Dunque la pace è lavoro, cibo, acqua, salute, istruzione, dignità, uguaglianza, giustizia, rispetto, fraternità, nonviolenza, libertà, dialogo, democrazia, legalità, solidarietà, inclusione, accoglienza, responsabilità, diritti umani, memoria,...

A partire da queste convinzioni, rinnoviamo oggi l’impegno a ricostruire insieme il “Patto Educativo Globale” sollecitato da Papa Francesco, ci impegniamo ad unire i nostri sforzi per:
educarci ed educare alla pace e alla cura con concreti percorsi didattici;
generare e diffondere la cultura della pace positiva;
sviluppare gli studi per la pace come disciplina accademica a forte caratterizzazione interdisciplinare e in chiave di ricerca/azione, nella quale sono legate teoria e pratica di trasformazione della realtà;
investire sulle giovani generazioni e sulla loro formazione in modo che tutte le bambine e i bambini, le ragazze e i ragazzi, i giovani tutti, possano imparare a ripudiare la guerra e divenire costruttori e costruttrici di pace.

Assisi, Sacro Convento di San Francesco, 24 aprile 2022