Revocata la vendita degli impianti di Prati di Tivo e Prato Selva al gestore Marco Finori. Ora si passèerà al secondo offerente e cioè: alla ditta Persia di Tottea. È la decisione assunta, preannunciata e scontata dopo un lungo dibattito che si è concluso dopo ore e ore di acceso dibattito e a porte chiuse per la stampa. Salta all'occhio che l'Asbuc ha votato contro durante l'assemblea dei soci della Gran Sasso Teramano, la società proprietaria delle attrezzature delle due stazioni sciistiche.
L'assemblea era cosa scontata dopo che Finori non si è presentato dal notaio, venerdì scorso e avrebbe dovuto firmare l'atto di acquisto dell'intero lotto degli impianti dei Prati e di Prato Selva versando un milione e 650mila euro.
Ora si va avanti e si chiederà alla ditta Persia la conferma dell'offerta di acquisto di un milione e 520mila euro. Se la convocazione avrà esito positivo verrà stipulato, fidejussione compresa, l'atto dal notaio. Se, invece, i Persia non daranno la propria disponibilità, si procederà entro 30 giorni a emanare un nuovo bando di vendita.
I temi da affrontare rimangono la stagione estiva e la gestione degli impianti per la riapertura della cabinovia. Finori ha ottenuto dal novembre scorso la proroga di gestione di sei mesi per Covid, più altri sei mesi quindi un anno in totale. Ma se la ditta Persia accetterà, allora verrà revocata a Finori anche la gestione come evidenziato nella riunione di ieri sera. Finori insomma avrebbe i mesi contati.
Cosa dirà ora l'Asbuc di Pietracamela che è proprietaria dei terreni dove insistono gli impianti e che ha votato contro nell'assemblea di ieri sera? I secondi sei mesi di proroga Covid a Finori sono legati all'acquisto degli impianti che non c'è stato. Un nuovo problema non da poco per i pretaroli, la Provincia e la Regione.