L’associazione “Paliurus – natura, storia ed ecoturismo”, nata alcuni anni fa proprio con l’intento di porre l’attenzione ai valori naturalistici e storico-culturali del territorio, ribadisce che il tratto di costa tra Villa Fumosa e Scerne di Pineto rappresenta un ecosistema da salvaguardare a prescindere, perché rappresenta uno dei pochi tratti sulla costa abruzzese in cui si conserva una naturalità che invece è ormai persa su buona parte della restante fascia costiera. La presenza di flora spontanea specializzata per vivere su una spiaggia per di più di sassi - flora rara e tutelata anche dalla legge - rende il contesto paesaggistico ancor più prezioso. L’esistenza di una fascia ecotonale, che divide il demanio marittimo dalla retrostante pista ciclopedonale, rappresenta uno spazio indispensabile per la biodiversità (flora, fauna e avifauna) e di conseguenza anche per la nostra vita.
Il riconoscimento di questo valore ambientale è fondamentale innanzitutto per la comunità residente a Pineto, che può godere di tali spazi vitali che ne alimentano il benessere: per un centro urbano costiero non è scontato poter fruire di spazi come questo. In secondo luogo, è l’attrattività turistica della cittadina che ne trae giovamento, potendo annoverare diverse tipologie di spiagge da offrire, consolidando anche la sua forte identità ambientale.
Abbiamo potuto constatare nei giorni scorsi i segni del passaggio indiscriminato di mezzi meccanici su questo tratto di litorale, per una lunghezza di quasi due chilometri, osservando segni inequivocabili delle alterazioni della sua morfologia, con solchi, livellamenti di sedimenti ghiaiosi e sabbiosi e, su tutto, con diversi esemplari di piante spontanee estirpati e danneggiati, tra cui il raro Polygonum maritimum e il Verbascum niveum, pianta presente nell’elenco delle specie protette della L.R. n.45/1979.
Il nostro socio prof. Fabio Conti dell’Università di Camerino, tra i massimi ricercatori specialisti di flora spontanea a livello nazionale, ci riferisce di essere amareggiato e deluso sulla distruzione avvenuta nel suddetto tratto di costa e commenta: “La scorsa estate avevo avuto modo di valutare e apprezzare il suo valore floristico e vegetazionale. Abbiamo perso un patrimonio botanico che annoverava piante protette e rare in tutto il medio Adriatico nonostante la segnalazione del sito e la sua proposta di tutela, inviata dallo scrivente alle autorità competenti in data 27.08.2021. Sembra incredibile che anche i brevi tratti residui di vegetazione dunale siano oggetto di opere di ripulitura alla stregua di depositi di immondizia”.
Come avevamo fatto notare un paio di mesi fa, il comune di Pineto si è mostrato attento alla conservazione di questo litorale in occasione della variante al piano demaniale comunale da poco adottato, prevedendo di limitare per ragioni ambientali e naturalistiche l'uso turistico della spiaggia. È evidente che ora dovrà porsi seriamente il problema di individuare chi, ancora oggi, opera sul territorio in barba alle regole, alterando luoghi vincolati paesaggisticamente, aggravando con questi interventi i processi di erosione già in atto e creando un danno di immagine all’identità “verde” della cittadina.
Ignorare la ricchezza data dalla flora spontanea di questi tratti costieri, rari ormai quanto alcune specie in essi presenti, è veramente segno di profonda inciviltà!
Per tutte queste considerazioni l’associazione “Paliurus – natura, storia ed ecoturismo”, così come anche l’associazione “Centro di Documentazione sui Conflitti Ambientali – CDCA Abruzzo” hanno depositato degli esposti alle autorità competenti, documentando con attenzione quanto rinvenuto.