GIU' LE MANI DA ARNOLFO
di ANTONIO D'AMORE
Giù le mani da Arnolfo. Giù le mani dal direttore generale che sta, non senza fatica, cercando di portare l'Istituto Zooprofilattico Sperimentale in un orizzonte di regole certe. Giù le mani dal manager pubblico che, nel pubblico e per il pubblico e avendo quale solo fine il pubblico, sta cercando (anche qui non senza fatica) di scardinare quel sistema di potere che ha gestito per anni e anni le sorti dell'Istituto.Un sistema di potere che, avviluppante come una cappa medievale, aveva imposto una sorta di piramide feudale, fatta di signori, signorotti, feudatari, vassalli, valvassini e valvassori . L'uno soggetto all'altro, l'altro soggetto ad un terzo...in un gioco di dipendenze diverso e peggiore di quella pur legittima piramide gerarchica che dovrebbe garantire il funzionamento efficace ed efficiente di una struttura. Contro quel sistema, retaggio degli anni nei quali l'Izs conquistava ribalte internazionali ma con una gestione disinvolta del denaro aziendale (cioè nostro) che ha costretto la Finanza ad acquisire decine di faldoni, tutti verbalizzati alla voce "rimborsi spese", oppure "spese di rappresentanza", o magari "viaggi e cene", col corollario gustoso di bottiglie di grande annata e relativo costo, Arnolfo ha mosso la sua crociata. Una azione "normalizzatrice", anzi: di ripristino di quelli che, mutuando dal gergo sanitario, con un neologismo definirei "lee", ovvero i Livelli Essenziali Etici, che non poteva non avere risvolti dolorosi per alcuni, non generare dolori di pancia in altri, non provocare quello svuotamento delle sacche di potere feudale che ancora sopravvivono. E che vogliono sopravvivere allo stesso Arnolfo, visto che contro il direttore generale sta montando, chissà quanto eterodiretto, un movimento neanche più sotterraneo che, con lo scopo più che evidente di costringerlo alla resa, e quindi tornare in quel di Scarnafigi, sta costruendo una serie di attacchi paralleli. Attacchi che hanno creato un clima tale da spingere il direttore sanitario Migliorati a passare la mano, anche se, mentre molti auspicavano l'arrivo di un direttore più "amichevole" nei confronti dei vassalli, valvassini etc....e qualcuno addìrittura invocava la restaurazione, memore delle antiche prebende lucrate negli anni bui, Arnolfo, da stratega raffinato, ha giocato la carta Savini, personalità di indubbio spessore, personaggio noto alle platee internazionali, del tutto in grado di dare luce all'Izs oscurando di fatto i fuochi fatui di chi ha costruito il proprio potere su quell'esercizio di agilità dorsale che i vocabolari definiscono "inchino". Se una parte dell'Izs vede in Arnolfo la possibilità concreta di costruire un futuro nuovo, sopravvive una parte che lo considera un guastatore, un guastafeste, un distruttore dei consolidati equilibri. Ed è la parte che non si rassegna. Martedì 8 luglio, dalle 12 alle 14, si riunirà in assemblea tutto il personale dell'area della dirigenza simpatizzante della Uil, un sindacato che, in un momento preciso della storia teramana recente, mentre chi scrive queste righe invocava regole certe e smascherava la creazione di una sorta di Istituti paralleli, con dirigenti nominati a viva, con un'inchiesta giornalistica che costrinse alle dimissioni da quel parallelo ente di uno dei massimi esponenti della Veterinaria pubblica italiana, ebbe parole di vicinanza per chi aveva creato le premesse di quell'operazione. Io non voglio credere che, in un momento così delicato, la Uil voglia farsi portatrice di una battaglia antistorica contro Arnolfo. Non ci voglio credere. Fino a martedì.