L’ennesimo incidente che si è verificato, ieri, lungo la corsia ciclabile promiscua di piazza Garibaldi mi porta a rialzare l’attenzione sull’aspetto della sicurezza. Puntualizzando però, già in premessa, che nel mio intervento non c’è alcun intento polemico ma propositivo: personalmente non sono “contro” le corsie ciclabili, ma non mi convince il metodo che - nel caso specifico - viene utilizzato perché sono convinto che la loro sicurezza debba essere un elemento imprescindibile. Da qui la richiesta di alcuni chiarimenti rivolta all’assessore al Traffico, Maurizio Verna. L’incidente di ieri in piazza Garibaldi - solo l’ultimo in ordine di tempo - mi fa rilevare come non ci sia una segnaletica che fissi il limite di velocità ai 30 km/h come mi sembra di ricordare richiederebbero le corsie ciclabili promiscue. In questi casi è richiesta la segnaletica del limite di velocità oppure no? Nel caso di piazza Garibaldi oggettivamente la corsia ciclabile richiede assoluta sicurezza, visto che sul.a piazza si apre tutta una serie di incroci insidiosi. Altro aspetto di cui tener conto è poi il fatto che, in alcuni tratti, la segnaletica che delinea le corsie in questione è già scomparsa per cui l’invito che rivolgo all’amministrazione è di monitorare la tenuta della vernice spartitraffico e, dove sia necessario, intervenire perché torni ad essere ben visibile. Ancora un altro capitolo è quello della sosta selvaggia a cui si assiste negli spazi delle corsie. Come si registra, ad esempio, in viale Crispi dove - e non solo per la presenza di un cantiere che insiste sulle corsie - il ciclista è costretto a zigzagare pericolosamente. Anche in questo caso è importante che vengano effettuati i
controlli, perché le corsie ciclabili non possono messere una zona franca per la sosta selvaggia. Penso poi alla corsie ciclabili realizzate in via Po dove, una volta superato il viadotto di Cartecchio e la relativa rotonda, il ciclista si vede scomparire la corsia da sotto le ruote. A quel punto, quindi, che fa? Torna indietro? Sicuramente l’argomento necessita di un discorso più organico e più ampio. La Provincia, ad esempio, sta portando avanti uno studio di fattibilità per la pista ciclabile di collegamento da Teramo a Giulianova e che andrebbe a raccordarsi con il lungofiume del Tordino e del Vezzola. Una interazione ideale, questa con il parco fluviale, perché da un lato sottolinea la vocazione alla natura e al verde delle “due ruote”, dall’altro amplifica la sicurezza di questa scelta.
Luca Corona
Consigliere comunale Lista Civica “Oltre”